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Fauna.

Zool. - Complesso di animali che vivono in un determinato ambiente, cioè in una regione più o meno limitata nella quale hanno trovato le condizioni maggiormente adatte alla loro esistenza quali sono il clima (temperatura, umidità, composizione atmosferica, ecc.), la luce, il tipo di vegetazione e - non sempre - la presenza di altri animali di specie diversa. La f., in rapporto al biotipo nella quale vive, viene suddivisa in f. epigea, quella che abita e vive sulla superficie del nostro pianeta; f. ipogea adattata a vivere nel sottosuolo; f. alobia o f. marina distribuita nelle acque salate; f. limnobia, quella che vive nelle acque dolci. La prima è anche detta geobio o f. delle terre emerse: comprende anche la f. ipogea ed è rappresentata da un numero di specie notevolmente inferiore a quelle che abitano le acque. Questo fatto sarebbe in relazione con l'origine della vita che, secondo le moderne teorie, avrebbe avuto luogo nell'acqua, e quindi l'adattamento alla vita terrestre non sarebbe che un fenomeno secondario, manifestatosi molto più tardi e con notevoli difficoltà. Tra gli animali acquatici e quelli terrestri esiste anche una categoria di organismi viventi che, pur non essendo adattati alla totale e permanente immersione nell'acqua, hanno bisogno di essere da questa circondati o, perlomeno, di vivere in un ambiente subaereo ricchissimo di umidità. Tra gli animali terrestri meglio adattati a tale genere di vita sono gli artropodi e i vertebrati; artropodi e vertebrati si ritrovano, in grande numero, anche fra i tipi zoologici adattati alla vita acquatica: si tratta però dei tipi meno evoluti, considerati, se pure impropriamente, forme "inferiori" come i crostacei, i ciclostomi e i pesci. I tipi più evoluti, invece, conducono tutti vita terrestre e tra essi i miriapodi, i chilopodi, gli insetti, alcuni anfibi, i rettili, gli uccelli e i mammiferi. Sono questi che costituiscono la f. epigea. Mammiferi riadattati alla vita acquatica sono invece i cetacei. Alla f. ipogea, costituita da organismi che vivono nel sottosuolo, sotto le pietre, nelle caverne, nelle cavità o nelle fessure della roccia, fanno capo molti protozoi, gli oligocheti, gli isopodi, alcuni insetti, aracnidi, miriapodi, molluschi, anfibi e certi rettili; ci sono tuttavia anche dei mammiferi che conducono vita ipogea; di norma lo fanno per essere meglio protetti (certi roditori, le talpe) o per trascorrere il periodo del letargo. Certamente la f. delle terre emerse è più esposta di quella acquatica all'influenza di particolari fattori esterni come la temperatura, la latitudine e l'altitudine, il grado di umidità, la conformazione del terreno, il mantello vegetale, ecc. Per tali motivi questa f. si è diffusa, a seconda del tipo zoologico, in una piuttosto che in un'altra regione, scegliendo la zona che offriva migliori condizioni di vita. Caratteri del tutto autonomi, o almeno particolari, presenta la f. insulare, specialmente quella stanziata nelle isole oceaniche, nelle quali ha avuto grande influenza, per il popolamento, l'isolamento, la distanza dalle terre continentali. In quanto alla f. alobia, quella marina, essa viene di regola suddivisa in f. costiera, che vive lungo i litorali; f. pelagica adattata alla vita in mare aperto; e f. abissale che comprende anche animali di tutti i gruppi zoologici dai pesci ai tunicati, dai crostacei ai molluschi. La f. pelagica non scende mai al di sotto dei 1.200 m e riunisce animali planctonici - che si addensano di norma poco al di sotto dei 200 m di profondità - e animali bentonici, oltre al complesso di animali attivi, come pesci, molluschi, cefalopodi, ecc. che formano il cosiddetto necton. Fisiologicamente e anatomicamente tutti gli animali acquatici sono conformati in modo da adattarsi perfettamente all'ambiente liquido in cui vivono; dispongono di liquidi interni a pressione elevata in modo da controbilanciare la pressione esterna (e ciò si verifica particolarmente negli organismi abissali); occhi particolarmente adatti alla visione subacquea; scheletri e forma del corpo idonei alla vita di profondità. Il limnobio, la f. di acqua dolce, presenta un numero di specie limitatissimo rispetto a quello delle forme marine e ciò sembra dovuto alla minor varietà di condizioni offerte da quell'ambiente. Anche il limnobio viene suddiviso in varie categorie; fra queste la f. lacustre, la f. di fiume, la f. palustre, ecc., ciascuna con particolari adattamenti all'ambiente di vita. La scienza che si occupa della distribuzione della f. nelle diverse regioni della Terra è la zoogeografia. ║ F. nefritica: l'insieme degli animali acquatici che vivono nella regione neritica del mare, cioè in quella zona di mare che è compresa fra il limite dell'alta marea e la massa d'acqua fino alla profondità di 200 m (che segna il limite inferiore del sublitorale). In genere questa regione marina si estende dalla riva fino ad una linea corrispondente alla piattaforma continentale oltre la quale inizia la "scarpata continentale" che raggiunge la "zona abissale bentonica" ovvero il mare profondo. Tutta la zona neritica è un mondo luminoso, con luce più o meno intensa in rapporto alla profondità: al di sotto dei 200 m di profondità, infatti, la luce svanisce rapidamente e presto comincia la buia immensità del mare profondo. Gli animali che vivono nelle zone costiere del cosiddetto "eulitorale" si trovano immersi in uno fra i più aspri ambienti marini, sottoposti al gioco continuo delle onde che li flagellano, li strappano, li sommergono per poi lasciarli esposti all'aria. Ma poiché in questa regione c'è abbondanza di luce, di ossigeno, di sali minerali essa è popolata da una stupefacente varietà di esseri viventi, organismi che hanno, si può dire, "imparato" il ritmo delle maree e quando le acque si ritirano calando, molti di essi si ritirano insieme, oppure o trovano rifugio nelle pozzanghere rimaste sulla spiaggia o sugli scogli. Quelli che si sono adattati anche a vivere all'asciutto incorporano, previdentemente, molta umidità. Molti organismi si sono anche attrezzati per resistere alla violenza delle onde e per difendersi dalla risacca: i balanidi, per esempio, si "incollano" saldamente al substrato, le stelle marine si fissano agli scogli con i pedicelli di cui sono provviste; i ricci di mare aderiscono al fondo mediante piccoli tubi a ventosa; le patelle si attaccano col loro piede ed offrono resistenza con il loro guscio appena convesso; i cirripedi invece si cementano agli scogli per mezzo di una particolare sostanza emessa dal loro guscio calcareo. Oltre la battigia, verso il largo, l'acqua è più profonda, naturalmente, e spesso vi si innalzano scogli; qui si trovano gasteropodi come i litorinidi che sono in grado di respirare l'ossigeno atmosferico per mezzo di branchie funzionanti come polmoni: tra gli scogli pullulano alcune specie di crostacei isopodi e poi mitili, balanidi, murici, colonie di idroidi, granceole, granchi di varie specie; quando giunge l'alta marea la zona è popolata da pesci di vario tipo dalle singole ai grandi ai giozzi, ecc. Sui litorali sabbiosi sono frequenti oloturie, granchi di sabbia (portunidi), gamberi, anguille, bivalvi, attinie e stelle di mare scavatrici. Se l'acqua abbonda, in essa circolano pesci di numerose specie: dai cefali alle razze che arano il fondo sabbioso a caccia di molluschi. Se il fondo è fangoso incontriamo altre forme ancora di vita; soprattutto molluschi nella melma, anellidi del tipo arenicola e vermi di altre specie ancora. Tra le alghe zoostere che vegetano su questi fondi melmosi si rincorrono pesci d'ogni genere e sui loro steli vive un mondo formato da idroidi, da altri vermi, da gasteropodi nudibranchi. La zona neritica in prossimità delle foci dei fiumi si popola di una f.n. caratteristica rappresentata da pesci come lo spinarello, dall'abramide, dalla passera, da bivalvi, da granchi, palemoni, gamberi, stelle marine; ognuno di essi si stabilisce là dove l'acqua presenta la giusta salinità.