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Fatimidi.

Dinastia araba, fondata nel IX sec. da Ubayad Allah al-Mahdi, proclamatosi califfo discendente di Fatima. I f. dominarono nell'Africa settentrionale (Mauritania, Libia, regione di Tunisi), dopo avervi abbattute le dinastie degli Aghlabiti, dei Madradidi e dei Rustamidi; estesero poi la loro dominazione in Sicilia, Calabria e Sardegna, e conquistarono l'Egitto, la Palestina e la Siria (952-975). Decaddero nell'XI sec., per la perdita della Sicilia e di Gerusalemme; si estinsero con al-Adid, vinto da Saladino nel 1171. ● Arte - I primi esempi di questa architettura si ebbero a Mahdia, la prima città fondata dalla dinastia. nelle costruzioni prevale qui il cosiddetto "stile romanico africano" che riflette elementi occidentali e classico-romani. Uno dei maggiori monumenti di Mahdia è la Grande Moschea il cui interno, originariamente a sei navate, fu poi modificato; tipica la navata centrale più alta e fornita della nicchia (mihrab) rivolta in direzione della Mecca. All'esterno un ingresso monumentale che presenta una novità nell'architettura araba del tempo: la volta a botte e l'arcata a ferro di cavallo. Le più importanti costruzioni, tuttavia, sorsero al Cairo ed erano moschee, caserme, vari edifici pubblici, la zecca, e il bellissimo palazzo, oggi scomparso, che rappresentava un ibrido fra i vari stili arabi in auge a quell'epoca e soprattutto quello aghlabita, quello tulunide, tipico da Fostat, e quello omayyade presente anche a Cordova, in Spagna. Al tutto si aggiungevano vari elementi persiani e siriani. Notevolissima la Moschea di el-Azhar (970) pure originariamente a sei navate, di cui cinque parallele al muro di fondo e la sesta, la principale, più alta, che le interrompeva. Questa navata, dotata del solito mihrab, nella sua parte terminale era coperta da una cupola. Le ornamentazioni interne ricalcavano quelle copte a soggetto vegetale. Al quarto califfo fatimide spetta la Moschea di el-Hakim, che fu terminata nel 1013. Anche in essa ricompare l'ingresso monumentale già visto a Mahdia; se ne distingue per i pilastri e gli archi costruiti con mattoni; ai due fianchi della facciata sorgono due minareti, uno cilindrico e uno quadrato, in pietra; quello a torre quadrata presenta tre piani ottagonali sovrapposti in ordine decrescente. Al 1124 risale la Moschea di el-Akhmar, tutta in pietra; tipico il portale con arco carenato e assai profondo. Assai caratteristica è la Moschea di Salih Talài che sorge sopra un gruppo di botteghe, al primo piano; si tratta di una mùallaqa, la tipica "moschea sospesa", un nuovo modello di edificio religioso nell'architettura berbera. Sempre al Cairo ricordiamo le porte di Bab el-Nasr, di Bab el-Futuh, e di Bab el-Zuwayala che un tempo facevano parte della cinta muraria eretta a difesa della città e andata poi distrutta. Nella porta di Bab el-Nasr appare un nuovo tipo di struttura consistente in colonne inserite orizzontalmente nell'opera muraria: servivano come legatura del materiale di costruzione. Presso Fostat si trovano i mausolei "a baldacchino" dei califfi fatimidi. Sono di norma costituiti da un quadruplice arco destinato a sostenere la camera sepolcrale quadrangolare. Altri mausolei, originariamente ad arco quadrifronte, furono chiusi in seguito con pareti di mattoni onde ricavare uno spazio interno nel quale venne ospitato il mihrab. I mausolei più recenti si distaccano da tutti i precedenti perché terminanti a cupola e forniti di tre mihrab. All'arte fatimide vanno attribuite soltanto pitture decorative che appaiono sulle pareti o sui soffitti delle moschee (moschea di Kairouan). Fu sotto la dinastia fatimide, però, che sorse da una nuova scuola che, contravvenendo al divieto del Corano, produsse immagini umane; queste erano tuttavia limitate alle costruzioni profane, abitazioni, ecc., rappresentavano scene di feste, di danze e di musicanti. Di esse non sono rimasti, purtroppo, che pochi frammenti oggi conservati al Museo del Cairo. Nell'arte fatimide la scultura è limitata all'intaglio su pietra e su legno, soprattutto. Bellissime travi di legno intagliate con scene di caccia, di danze e di musici oppure decorate con fiori si trovano nel "palazzo fatimide" (oggi conservate al Cairo e a Londra). Altri splendidi legni intagliati sono il mihrab di Sayyda Rukkaya, il pulpito della moschea di Amr, a Qus, la loggia della Moschea di Kairouan. Notevole la tecnica (stile poligonale) della lavorazione del legno in piccoli pannelli che poi andavano accostati l'uno all'altro. Pregevolissimi i tessuti fabbricati nel tiraz, la manifattura dello Stato; essa produceva, fra l'altro, gli abiti d'onore che il califfo conferiva ai suoi cortigiani e la tenda della Kàaba. La decorazione si basava su motivi geometrici, araldici, su iscrizioni di caratteri allungati o rotondi (cufici), raffigurazioni di uccelli od altro. Anche il vetro e la sua lavorazione ebbero grande sviluppo durante la dominazione fatimide. Magnifici oggetti intagliati in cristallo di rocca sono conservati nei maggiori musei europei; una "brocca a pera" fa parte del "tesoro" di San Marco in Venezia. Per quanto fosse assai fiorita anche l'arte della gioielleria, ben pochi esempi dell'epoca sono giunti fino a noi; solo gioielli in filigrana o in smalto cloisonné, gli acquamanili, singolari sculture in metallo a forma di animale. Il grifone del camposanto di Pisa appartiene al primo periodo dell'artefatimide.