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Fate.

Presso i Greci, erano divinità che popolavano i boschi ed erano dette Oreadi, o i mari ed erano dette Nereidi. Non erano immortali, ma avevano una vita assai lunga. Presso i Romani, col nome di f. si indicavano le tre Parche: Lachesi, Cloto e Atropo. Nel Medioevo, si usò tal nome per indicare la dea del destino, che seguiva e dirigeva la vita umana. Tale credenza ebbe una lunga vita; ma la Chiesa cercò di svalutarla rappresentando le f. come agenti diabolici. Simili alle f. erano i Coboldi, che ricordano i Mani romani, spiriti scontenti che si presentavano nelle case dei propri discendenti per vendicarsi di qualche loro misfatto; e gli Gnomi, maschi e femmine, di statura piccola, che vivono nelle viscere della terra e ne custodiscono i tesori. Sono amici degli uomini e cercano in tutti i modi di essere loro utili. Infine gli Elfi e le Silfidi erano spiriti dell'aria, che si diceva calassero di notte nei prati al chiaro di luna, sotto le piante annose. Caratteristica comune di tutte le f. era il loro potere magico di trasformare uomini e cose in modo sorprendente.