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Fagiolo.

Bot. - Genere di leguminose di antichissima origine e quasi sicuramente proveniente dall'America, come è comprovato dalla scoperta di resti fossili trovati nelle vicinanze di Lima e di altri reperti di carattere archeologico venuti alla luce in alcune tombe precolombiane, i quali testimoniano, senza ombra di dubbio, che il f. era noto in quel continente assai prima del viaggio di Cristoforo Colombo. Nei testi classici greci e romani si parla qualche volta di una verdura chiamata phaseolus o phasiolos ma con ogni probabilità il termine era riferito ai semi di alcune specie di dolichos, piccoli f. caratterizzati da una macchia nera, da noi attualmente conosciuti come "fagiolini dall'occhio". Questo tipo di verdura proveniva dall'Asia sub-tropicale e la sua ambientazione avvenne abbastanza facilmente nel clima mediterraneo. Fu nel 1542, ad opera dei botanici Fuchs e Tragus, che apparve una prima esatta descrizione del f. sicuramente portato in Europa da qualche marinaio che aveva seguito il navigatore genovese nel Nuovo Mondo. In seguito furono numerosissimi gli autori che si cimentarono nella trattazione dell'interessante genere cui appartiene questo seme. Infine, nel 1860, il tedesco G. von Martens scrisse una monografia sul phaseolus vulgaris, di cui illustrava minuziosamente 7 specie e 10 varietà. Nel 1909, un altro botanico, Comes, era già in grado di distinguere 500 razze di f., ottenute per naturale ibridazione o attraverso la moltiplicazione artificiale ormai in atto. Le più importanti razze coltivate oggi in Italia del genere Phaseolus sono: borlotto nano, borlotto di Vigevano, f. di Valsesia di Saluggia, giallo quarantino, cannellino, f. bianco di San Michele, mostacciello, e la varietà che viene chiamata "Bobis". La coltura dei f. è piuttosto redditizia e si calcola che la produzione per ettaro, in pieno campo, assicura un massimo di 120 quintali di legumi da sgranare, oppure 20 q di f. secchi. Nel campo delle credenze e delle superstizioni il f. tiene un posto di preminenza. Infatti, anticamente, esso era considerato il simbolo dell'immortalità per la sua caratteristica di conservare a lungo la propria forza vitale e di riacquistare freschezza e sapore alla semplice immersione in acqua per la durata di qualche ora. Questo potere trovò riscontro quando alcuni semi di dolichos (il fagiolino dall'occhio) rinvenuti nelle tombe egizie, dopo essere stati interrati, presero a germogliare malgrado il lungo sonno durato migliaia di anni. Popolarmente si riteneva che il f. disperdesse i maligni influssi, proteggesse i bambini e fosse apportatore di fortuna. Molti ciondoli a forma di questo seme adornavano i bracciali delle matrone romane e le collane delle fanciulle greche, le quali erano convinte che bastasse recare addosso il piccolo amuleto per ottenere ogni ricchezza e conquistare l'amore. Uno dei più antichi sortilegi amorosi in cui il f. entrava da protagonista consisteva nel collocare sette dei suoi semi, in circolo, su un sentiero che un innamorato o una fanciulla avrebbero dovuto percorrere: se essi, inconsapevoli della prova, avessero calpestato i f., il sortilegio avrebbe raggiunto il proprio scopo legando per sempre lo spasimante alla sua bella o viceversa, ma se il giovane o la ragazza avessero superato senza incidenti l'innocente "trappola" il loro legame era sicuramente destinato ad infrangersi entro brevissimo tempo.