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Cóncia.

Insieme di processi chimici e meccanici mediante i quali vengono rese imputrescibili e impermeabili le pelli di animali. L'arte della c. è antichissima; gli Egizi, i Persiani e i Romani la praticavano empiricamente con le noci di galla, la scorza di quercia, il sommacco. Solo nel 1884 compare la c. al cromo, che permette processi più rapidi e meno costosi. L'industria conciaria si fornisce in massima parte di pelli di bovini, equini, ovini, suini, ecc. La pelle che ricopre gli animali superiori costituisce infatti la materia prima adoperata per la produzione del cuoio e della pelliccia. Le operazioni di c. variano a seconda del tipo e dell'uso cui sono destinate le pelli, che, prima di essere conciate, debbono subire vari trattamenti preliminari. La lavorazione comprende tre fasi: preparazione alla c., c. propriamente detta, rifinitura. La prima fase, molto complessa, è la più importante e va eseguita con la maggior cura. Infatti una pelle che abbia subito un trattamento di preparazione non buono fornirà un cattivo cuoio, anche se l'operazione successiva è fatta nel migliore dei modi. Abbiamo così i vari processi; anzitutto il rinverdimento, che consiste nel ridare alle pelli secche la primitiva morbidezza ed elasticità; a tale scopo esse vengono immerse in acqua contenuta in fosse rivestite di cemento o in bottali. Prima di completare il rinverdimento si procede alla graminatura, che consiste nell'eliminazione delle impurità, dei grassi, del sale e di altre sostanze impiegate nella conservazione delle pelli fresche. Le pelli destinate alla pellicceria sono poi sottoposte a speciali procedimenti, affinché il pelo non sia danneggiato e risulti morbido. Questi procedimenti vanno sotto il nome di allattamento e consistono nel cospargere la pelle dal lato interno con un impasto di latte di calce e solfuri, che attacca solo il bulbo del pelo. Le pelli destinate ad altri usi, invece, vengono messe a macerare in vasche di cemento, dette calcinai, contenenti una soluzione alcalina di solfuro di sodio e calce spenta. Qui si completa la depilazione; la presenza delle sostanze alcaline provoca un gonfiamento nel tessuto della pelle e saponifica parzialmente i grassi mentre i composti ammoniacali sciolgono i bulbi, preparando così la pelle agli ulteriori trattamenti. Con la scalcinazione le pelli vengono lavate e sottoposte a purga mediante acidi minerali od organici, allo scopo di privarle dei composti trattenuti ed essenzialmente della calce. In ultimo si procede alla macerazione, con la quale la pelle perde la sua rigidità, e al piclaggio, che consiste nell'immersione in una speciale soluzione che limita il gonfiamento della pelle e costituisce un trattamento molto vantaggioso per la successiva c. La c. può essere vegetale o minerale. La c. vegetale ha per base l'acido tannico, sostanza fornita dalla corteccia e dalle foglie di alcune piante tra cui la quercia, il pino e il castagno. Negli antichi processi di c. le pelli venivano sottoposte all'azione del tannino in apposite fosse; questa operazione durava dai quattro ai cinque mesi. Venne poi sostituita dalla c. celere, in cui le pelli si immergevano successivamente in una serie di tini contenenti soluzioni tanniche a densità progressiva. Altro processo più vantaggioso fu poi la c. rapida, che veniva eseguita per mezzo di botti rotanti riempite di estratti maggiormente concentrati. Tra le c. minerali, nelle quali si fanno intervenire alcuni sali minerali, la più importante è quella al cromo. Questo procedimento è basato sull'assorbimento da parte delle pelli dei sali di cromo che le rendono leggere, morbide e resistenti all'umidità e perciò adatte per la lavorazione di oggetti fini. La c. al cromo, che offre anche i vantaggi del basso costo e della rapidità di preparazione, può essere effettuata a due bagni oppure a un solo bagno, trattando la pelle da conciare con un sale basico di cromo. Altri tipi di c. sono: la c. grassa o scamosciata, in cui l'effetto è ottenuto mediante opportune sostanze grasse, che dà un cuoio scamosciato particolarmente morbido e si pratica sulla pelle di camoscio, di cervo, di renna, di agnello, ecc.; la c. all'allume, eseguita con soluzioni di solfato di alluminio, che dà alla pelle grande elasticità e resistenza e viene impiegata nella fabbricazione di oggetti di lusso. La c. viene completata con varie operazioni, e precisamente: l'asciugamento, che ha lo scopo di eliminare l'acqua assorbita; l'ingrassatura: quando le operazioni di preparazione e di c. sono condotte nel miglior modo, il cuoio si presenta più o meno duro; si annulla la rigidità delle fibre facendo penetrare sostanze grasse; granitura, lucidatura, placcatura e stiratura, per dare alle pelli rigidità, lucentezza, ecc. La lavorazione talvolta è accompagnata dalla tintura; il modo di condurre la tintura, effettuata con materie coloranti naturali (di origine minerale, vegetale o animale) o artificiali (colori di anilina), è in relazione con il processo di c., ma dipende anche dal comportamento tintoriale delle sostanze coloranti e dagli usi cui il cuoio è stato destinato.