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Cònsole.

Funzionario di uno Stato in una città estera. Si distingue fra c. inviato, se funzionario dipendente dal ministero degli Esteri, e c. eletto, se appartenente allo Stato territoriale ed esercitante funzioni consolari. La nomina di un c. è comunque subordinata all'approvazione del Governo dello Stato in cui esso risiede. Il compito del c. consiste nel tutelare gli interessi dei cittadini del proprio Paese residenti o di passaggio nello Stato in cui ha sede. Egli può esercitare funzioni molteplici, regolate dal diritto internazionale: provvede alla tutela degli interessi commerciali e di navigazione del proprio Paese all'estero; garantisce l'attuazione delle leggi del proprio Paese che devono essere applicate all'estero; provvede all'applicazione dei trattati internazionali; svolge funzioni specifiche di ufficiale di stato civile, registrando atti di nascita, matrimoni, decessi di cittadini del proprio Paese; svolge funzioni notarili e giurisdizionali (anche se limitate). ● St. - Durante il periodo repubblicano, i c. erano i due magistrati supremi di Roma eletti dai comizi centuriati. L'origine del Consolato romano è incerta: affermatasi dopo la fine della Monarchia (VI-V sec. a.C.), tale magistratura rimase attiva fino al VI sec., pur perdendo progressivamente importanza. Originariamente, il potere attribuito ai c. era molto simile a quello un tempo esercitato dal re; essi però duravano in carica un solo anno ed erano sottoposti al controllo reciproco. Probabilmente i primi c. furono i due comandanti dell'esercito regio (praetores). Mentre inizialmente poterono accedere alla carica solo i patrizi, dopo l'approvazione delle leggi Licinie Sestie del 367 a.C. furono ammessi al Consolato (anche se con la limitazione di un solo seggio) anche i plebei. Capi del potere esecutivo, i c. convocavano e presiedevano il Senato e i comizi, emanavano editti, proponevano leggi, comandavano l'esercito in caso di guerra ed esercitavano la giurisdizione civile e penale. Insegne del loro grado erano la sedia curule, la toga praetesta in pace, il paludamentum in guerra; venivano accompagnati da 12 littori coi fasci e le scuri. In guerra, ognuno comandava due legioni con i relativi contingenti alleati. Dopo l'anno di Consolato veniva loro affidato il governo di una provincia, e assumevano il titolo di proconsoli. Nel corso del V sec. a.C., con l'istituzione della nuova carica di censore, i c. persero alcune delle funzioni fino ad allora esercitate; nel 367 a.C. la creazione di un terzo pretore competente in materia giurisdizionale limitò ulteriormente l'importanza del Consolato. Con il complicarsi della scena politica, furono fissate norme più restrittive per l'elezione dei c. (che dal 172 a.C. potevano essere entrambi plebei): tali norme furono però presto violate, soprattutto nel periodo successivo ai Gracchi. Mario si fece eleggere per cinque anni consecutivi; sotto Silla venne esclusa dal comando dei c. l'Italia. Sotto l'Impero, i c. cessarono di avere funzioni politiche e militari, conservando solo quelle amministrative. Tiberio affidò al Senato la loro elezione e da Diocleziano in poi furono nominati dall'Imperatore; in tal modo il titolo conservò un valore quasi esclusivamente onorifico. Il Consolato fu definitivamente abolito nel 534 nell'Impero d'Occidente, nel 541 in quello d'Oriente. Dopo la lunga parentesi dell'Alto Medioevo, il Consolato fu nuovamente adottato a partire dall'XI sec., ma con una fisionomia del tutto diversa: il titolo di c. fu attribuito ai primi magistrati dei Comuni italiani, dapprima con funzioni soltanto amministrative, poi anche giudiziarie, politiche, diplomatiche e militari. Erano in numero variabile da due a dodici, a seconda delle città e del momento storico, e avevano in genere mandato annuale. Nominati dall'assemblea generale (arengo) dei cittadini attraverso elezioni indirette, potevano teoricamente appartenere ad ogni ceto ma in genere provenivano dall'aristocrazia. I c. furono progressivamente sostituiti da un magistrato unico (podestà) a partire dal Duecento, come conseguenza diretta delle forti tensioni sociali che si verificarono all'interno dei Comuni italiani. ║ C. dei mercanti: in epoca tardo-medioevale e rinascimentale, magistrati che avevano il compito di amministrare la giustizia e di applicare le norme giuridiche della madrepatria in uno Stato straniero, nel quale fossero residenti comunità di mercanti del proprio Stato. Da tale istituzione derivò probabilmente la moderna istituzione del Consolato. ║ C. delle Arti: in epoca medioevale, capi delle corporazioni delle diverse arti e mestieri, ai quali spettava il compito di dirimere le controversie fra gli iscritti alle corporazioni.