Residuo della combustione di sostanze organiche. I corpi
degli animali, le piante, quasi tutti i carboni quando bruciano all'aria libera,
fino a che contengono materia combustibile, forniscono in ultimo un residuo che
non può ardere, fisso, di colore vario, ma il più delle volte
bigio, o bianchiccio. È questa la
c. La cognizione delle
c.
e delle qualità dei componenti di esse è di grande importanza in
parecchie industrie e in specie nell'agricoltura. Se per esempio si volessero
adoperare
c. per estrarre potassa per bucato, per fabbricare sapone, si
dovrebbero preferire quelle che sono ricche di alcali liberi e di carbonato
alcalino. Se si volessero adoperare per estrarne fosforo, si sceglieranno
c. ricche di solfato di calce (ad es. le
c. di ossa calcinate a
bianco). Le
c. delle piante danno cognizione all'agronomo del genere di
concime con cui deve nutrire i campi, e del sistema di avvicendamento da
adottare per i suoi terreni. ║
C. d'ossa. Prodotto dalla
calcinazione delle ossa di animali (bue, avanzi fossili di animali del periodo
quaternario, ecc.), usato principalmente nella preparazione dei perfosfati. Le
c. contengono il 67/80% di fosfato tricalcico. ║
C. di
piriti. Residuo della calcinazione delle parti di ferro; se ne ricava ferro
e piccole quantità di rame, zinco, piombo e qualche volta d'argento.
║
C. di soda. Costituita dalle
c. di alcune piante marine
(salicornie, alghe, chenopodi, fucus, ecc.) che un tempo costituivano il mezzo
più importante per la produzione della soda. ║
C. di stagno.
Particolare fenomeno dello stagno che, mantenuto fuso a contatto dell'aria si
trasforma in ossido polverulento detto appunto
c. di stagno.