Movimento pittorico nato per opera di P. Picasso e
G. Braque in Francia intorno al 1906. In quell'anno Picasso iniziò a
dipingere il celebre quadro le
Demoiselles d'Avignon (New York, Museum of
Modern Arts), nel quale impiegò ampie e dense campiture di colore per
descrivere le zone d'ombra, evitando in questo modo di ricorrere alla tecnica
del chiaroscuro per creare l'effetto volumetrico delle figure. L'influenza
esercitata dall'opera di Picasso su Braque fu tale che quest'ultimo si
impegnò a sua volta nella realizzazione di quadri come il
Grande
nudo (1907-08), nel tentativo di sviluppare un nuovo modo di rappresentare
la realtà. Il termine
C. viene fatto risalire a Henri Matisse che
alla vista di un paesaggio di Braque, l'
Estaque, esposto al Salon
d'Automne del 1908, parlò di "piccoli cubi". La sua osservazione fu
ripresa dal critico d'arte L. Vauxcelles che in un articolo pubblicato su "Gil
Blas", con riferimento a una serie di paesaggi di Braque, indicò la
propensione del pittore a ridurre tutto a cubi; in seguito il nome di
C.
venne utilizzato per indicare il nuovo movimento. Tra i caratteri fondamentali
del
C. si evidenziò la rinuncia alla rappresentazione diretta
degli oggetti e il tentativo di compiere un'operazione visiva per indagare e
scomporre le immagini, per comprendere la struttura delle cose. La pittura
cubista si trasformò in uno strumento conoscitivo che, come la scienza,
parlava direttamente all'intelletto. Alla disgregazione del rappresentato si
accompagnò spesso una sua semplificazione che giunse in taluni casi
all'abbandono del colore e a una pittura basata su una gamma cromatica dai bruni
ai grigi. Per la formazione del pensiero cubista furono determinanti le
riflessioni di P. Cézanne riguardanti la resa di una nuova figurazione
dei volumi su una superficie piana, l'influsso della pittura negra e dell'arte
primitiva catalana, provenzale e iberica (in cui i cubisti ritrovavano una
pittura non rappresentativa ma capace di cogliere l'idea degli oggetti
attraverso la loro stilizzazione). Importanti furono inoltre i contributi di G.
Seurat, dei nabis (Roger de La Fresnaye), di P. Gauguin con l'arte primitiva o
ingenua. Il
C. fu elaborato in numerosi cenacoli a Montmartre, a
Montparnasse, a Puteaux (dove si riunivano la domenica, presso i fratelli
Duchamp, i cosiddetti artisti di Passy, espositori della mostra della
Séction d'Or del 1912). A una fase di
C. primitivo seguì
quella cosiddetta analitica (1909-10), nel corso della quale aderirono al
movimento, oltre che i già menzionati Picasso e Braque, anche A. Derain,
F. Léger, J. Metzinger, A. Gleizes, H. Le Fauconier, R. Delaunay. Pur non
raggiungendo una vera e propria unità di stile, questi artisti espressero
una volontà comune di rottura con la tradizione postimpressionista. Nei
loro quadri, questi pittori concentrarono l'attenzione sullo smembramento
dell'oggetto e sull'articolazione dei piani, preferendo una geometria
elementare, ricorrendo prevalentemente alla linea retta e alla monocromia,
abbandonando definitivamente il repertorio del Fauvismo e del Modern Style.
Negli anni 1910-12 (fase ermetica), si avviò la vera e propria
organizzazione del movimento cubista che prese coscienza della propria
identità; si tennero le mostre al Salon des Indépendants (1911),
alla Galleria della Boétie (1912). Mentre Braque e Picasso proseguivano
nella loro opera di disarticolazione dei piani e disintegrazione della forma, il
movimento si arricchì con nuovi artisti: i fratelli Duchamp, Dunoyer de
Segonzac, F. Kupka, F. Picabia, L. Marcoussis, S. Ferat, R. La Fresnaye, A.
Lhote, J. Gris, H. Hayden, A. Herbin, L. Survage, Marie Laurencin. Nella
cosiddetta fase sintetica (1912-14) si ebbe un'evoluzione verso forme più
raccolte, trattate senza rilievo, nel tentativo di giungere a una
rappresentazione dell'essenzialità dell'oggetto. Alcuni artisti ricorsero
di nuovo alla linea di contorno, altri sperimentarono tecniche inedite (Braque
inventò il
papier collé che anticipava il collage),
studiando la materia (inserzione di oggetti differenti nei dipinti) e le grane.
Fu in quegli anni che il
C. si affermò in tutta l'Europa e anche
in America, con un movimento centrifugo che se da un lato segnò il
momento del suo massimo fulgore, nello stesso tempo diede inizio alla sua
disgregazione. Il
C. penetrò in Germania con A. Macke, F. Marc e
L. Feinineger; trovò ammiratori in Italia per impulso di G. Severini e
dei futuristi U. Boccioni, A. Soffici, C. Carrà, G. Balla; in Inghilterra
venne accolto da W. Lewis, negli Stati Uniti da M. Russel, J. Stella, M. Weber;
in Svizzera vi aderirono R. Auberjonois e Alice Bailly; in Polonia T. Czyzewski
e A. Pronaszko. Numerosi furono del resto gli artisti che passarono attraverso
un periodo cubista (H. Matisse, R. Dufy, M. Chagall, C. Brancusi, A.
Modigliani), mentre sulla scia del
C. si formarono i movimenti del
Tubismo di F. Léger, del Simultaneismo, dell'Orfismo di R. Delaunay, del
Sincronismo di M. Duchamp, del
C. impressionista di J. Villon. Si
sviluppò anche una scultura cubista con R. Duchamp-Villon, J. Gonzales,
P. Gargallo, A. Archipenko, H. Gaudier-Brzeska, J. Epstein, O. Zadkine, J.
Lipchitz, H. Laurens, A. Pevsner, N. Gabo. Dopo la prima guerra mondiale il
gruppo iniziale si disperse. Molti pittori presero strade diverse mentre
continuarono sulla scia dell'esperienza cubista autori come J. Gris.
L'eredità del
C. fu raccolta dalle avanguardie, dal Purismo di A.
Ozenfant e di Le Corbusier, dal Neoplasticismo di P. Mondrian, dai
Costruttivismi di N. Gabo e di A. Pevsner, dalla Bauhaus e dagli artisti del
gruppo Der Blaue Reiter.