Struttura presente nel nucleo di ogni cellula, su
cui sono localizzati i fattori ereditari o geni, responsabili della
codificazione dei singoli caratteri di un individuo. I
c. sono ben
visibili durante la divisione cellulare (cariocinesi o mitosi). In questa fase,
infatti, la cromatina del nucleo, una sostanza colorabile che durante lo stadio
intercinetico è di solito disposta in zollette più o meno
irregolari collegate da filamenti formanti una sorta di reticolo, si spiralizza
dando origine a strutture singole ben definite. Queste strutture sono dei
filamenti (i
c. metafasici) che, con il procedere della mitosi dalla
profase alla metafase, si accorciano, condensandosi e divenendo sempre
più spessi e colorabili. Nella metafase i
c. possono avere la
forma di bastoncelli, diritti o piegati a V, o di piccole sfere; presentano una
lunghezza variabile da 2 a 5
μ e un
diametro compreso tra 0,2 e 2
μ (fanno
eccezione i
c. giganti delle ghiandole salivari delle larve di alcuni
ditteri che possono raggiungere la lunghezza di 400
μ). Ogni
c., durante la mitosi, si divide longitudinalmente in due parti, ciascuna
delle quali si dispone in una delle due cellule figlie. Il numero dei
c.
è costante per ogni specie di animali e di piante e il corredo
cromosomico completo (diploide) è rappresentato da tante coppie di
elementi omologhi: le cellule dell'uomo ne hanno 46. Ogni
c. del
complemento o assetto cromosomico di una data specie ha una sua propria
individualità, si origina per duplicazione di un
c. precedente (vi
è perciò continuità genetica dei singoli
c.), porta
determinati geni ed è riconoscibile per la presenza di strutture
costanti. I
c. sono formati da due subunità, dette
cromatidi, unite tra loro da un restringimento detto
centromero. A
seconda della posizione del
centromero si hanno
c. differenti:
c. telocentrici, se esso è posto verso le estremità;
c.
acrocentrici, se si trova in una posizione per cui le due braccia del
c. sono fortemente diseguali;
c. submetacentrici, se le braccia
sono differenti;
c. metacentrici, se le braccia sono quasi uguali. Altre
caratteristiche dei
c. sono le costrizioni secondarie: i satelliti
(corpiccioli separati dal resto del
c. da piccoli filamenti cromatinici);
i telomeri, parti terminali del
c. Questi ultimi sono zone
etero-cromatiche con la funzione di organizzatori del nucleolo; in essi la
cromatina può essere più colorabile (eucromatina) o meno
colorabile (eterocromatina), da cui derivano proprietà genetiche
differenti. Per quanto riguarda la composizione chimica, si ritiene che i
c. siano costituiti da DNA, proteine istoniche e non-istoniche, RNA, in
maggior parte ribosomiale, sali minerali e altri composti. Sulla struttura si
sono fatte svariate ipotesi e si distinguono due tipi di teorie, quelle
mononemiche e quelle polinemiche. Secondo il modello mononemico di E.J. Du Praw
i
c. sono formati da una singola doppia elica di DNA che con proteine
associate forma una microfibrilla strettamente avvolta a spirale, che piegandosi
trasversalmente e longitudinalmente dà origine ai cromatidi. Per le
teorie polinemiche, invece, il
c. è costituito non da uno ma da
più fasci di molecole identiche di DNA prima disposte parallelamente poi
ripiegantesi più volte per formare i
c. metafasici. ║
C.
sessuale:
c., localizzati all'interno del nucleo delle cellule, i cui
geni hanno la funzione di determinare le caratteristiche sessuali di una specie.
Per quanto riguarda gli animali, nel sesso omogametico i
c. si presentano
come coppia di
c. omologhi (
c. X), mentre nel nucleo delle cellule
del sesso eterogametico essi si presentano come coppia di
c. non omologhi
(
c. X e
c. Y) o talvolta come
c. singolo, risultando
assente l'altro membro della coppia. Da queste premesse è possibile
dedurre che dal sesso omogametico (XX) di una specie si originano sempre gameti
identici (con un
c. X), mentre dal sesso eterogametico (XY oppure X0) si
sviluppano due differenti generi di gameti (il primo con un
c. X, il
secondo con un
c. Y o privo di
c. sessuale). Dall'unione di gameti
del sesso XX con gameti del sesso XY o X0 si avranno individui-figli in cui il
numero dei due sessi risulterà quasi pari.