(dal greco
króma: colore e
grafé: registrazione). Chim. - Procedimento impiegato per
analizzare, separandoli per adsorbimento mediante l'uso di sostanze adeguate,
due o più elementi di un composto, in particolare se si tratta di
elementi organici. Venne utilizzato per la prima volta dal botanico russo Tswet,
che intendeva separare i componenti di un estratto vegetale. Per effettuare la
c. si prepara un tubo con le sostanze adsorbenti (elementi inorganici
allo stato colloidale come ossidi di alluminio, di magnesio, di calcio, caolino,
carbonati o idrossidi di calcio e di magnesio; elementi organici come carbone,
saccarosio, amido, glucosidi) e se ne introduce un'estremità nel composto
da separare. I componenti che costituiscono la miscela da analizzare, adsorbiti
in modo diverso, si distribuiscono lungo il tubo a livelli differenti e si
possono così distinguere per i colori, la fluorescenza alla luce o ai
raggi ultravioletti, le reazioni rispetto a elementi specifici. La stessa
procedura può essere eseguita utilizzando, invece del tubo, delle strisce
di carta da filtro: nel primo caso avremo una
c. tridimensionale, nel
secondo una
c. bidimensionale. Quando alla striscia di carta, divenuta
conduttrice per mezzo di una soluzione con pH adeguato, si applica
l'elettroforesi, si ha la elettrocromatografia. Se il composto da separare
è gassoso (o può diventarlo senza decomporsi per la temperatura)
si adopera per l'analisi un capillare di vetro, di materiale plastico o di
metallo, mantenuto a temperatura costante grazie a un termostato e contenente
sostanze gassose (molto spesso elio e idrogeno), che non reagiscano con quelle
da analizzare; nel capillare si introduce il miscuglio, i cui componenti
usciranno poi insieme al gas separatore: è la cosiddetta
c. in
fase vapore o gascromatografia. La
c. in strato sottile o laminare
consiste invece nel depositare su una lastra di vetro un sottile strato di
sostanza adsorbente e poi il composto da esaminare; immergendo la lastra in un
recipiente che contenga l'elemento adsorbente si ottiene la separazione del
miscuglio. Tecnica più recente, infine, è la cromatopolarografia,
nella quale l'analisi del composto è effettuata mediante
c.,
mentre il dosaggio di ciascun elemento avviene mediante
polarografia.