Filosofo, uomo politico e poeta greco. Ateniese, da
giovane fu discepolo di Protagora, di Gorgia e di Socrate senza tuttavia aderire
totalmente alle dottrine di nessuno dei suoi maestri. Oligarchico e ammiratore
di Sparta fu nemico acerrimo della democrazia. Nel 415 a.C. fu coinvolto nello
scandalo delle Erme mutilate con Alcibiade e, lasciata la città alla
caduta di questi, fu tra i promotori della ribellione in Tessaglia (406 a.C.).
Dopo la battaglia di Egospotami, con l'appoggio dello spartano Lisandro,
instaurò l'oligarchia in Atene e, dei Trenta Tiranni, fu il più
feroce e intransigente favorendo, fra l'altro, l'uccisione del moderato
Teramene. Quando i democratici rientrarono in città per abbattere la
tirannia, cadde combattendo al Pireo contro Trasibulo. Zio di Platone, è
stato da questi dipinto sempre in modo favorevole, figurando come interlocutore
in alcuni dialoghi (
Carmide, Protagora, Timeo) e dando il suo nome a uno.
Egli stesso letterato, scrisse in prosa e in versi: elegie, tragedie e un dramma
satiresco,
Sisifo, di cui ci resta un ampio frammento. Il suo trattato
Sulla natura dell'amore sarebbe servito da ispirazione a Platone per la
stesura del
Simposio (Atene 460 a.C. circa - 403 a.C.).