Termine che indica sia l'insieme delle tecniche che
consentono di realizzare la cifratura di un testo (
crittogramma), sia la
scrittura a chiave utilizzata. I sistemi crittografici sono numerosi, ma possono
essere raggruppati secondo il metodo generale adottato: alfabetico o a codice.
Il sistema
alfabetico, agisce sulle singole lettere per sostituzione o
per trasposizione. Nel primo caso si sostituisce, ogni volta che la si incontra,
una lettera del testo "in chiaro" con una cifra, un simbolo o un'altra lettera,
secondo una corrispondenza stabilita preventivamente che costituisce la
chiave della
c. Nel secondo caso, invece, si procede allo
spostamento delle lettere del testo in chiaro secondo un ordine convenzionale.
Il sistema
a codice prevede la stesura di un repertorio o dizionario che
contenga le corrispondenze fra gli elementi in chiaro (intere frasi, o parole, o
sillabe) e gruppi arbitrari di cifre; tali volumi (detti codici cifranti) sono
rispettivamente legati a codici che forniscono per i gruppi di cifre gli
elementi in chiaro che sostituiscono (codici decifranti). La
c. di questo
tipo può essere regolare, mantenere cioè nella successione dei
gruppi cifranti la medesima successione degli elementi in chiaro, oppure essere
sovracifrata, cioè essere sottoposta ad un'ulteriore alterazione a chiave
delle cifre ottenute col codice cifrante. Lo scioglimento del testo da parte del
legittimo destinatario, in possesso della chiave, si chiama
decifrazione,
quello eventualmente operato da un intercettatore, che procede a tentativi, si
chiama
decrittazione. ║ Per estens. - Stile oscuro, di difficile
interpretazione. ● St. - I più antichi esempi di
c. sono
stati riconosciuti in testi geroglifici egizi, anche se con scopi precipuamente
estetici o magici. L'antichità classica, invece, conosceva e utilizzava
ampiamente tecniche crittografiche per scopi militari: ce ne danno testimonianza
Erodoto, Tucidide, Senofonte, Polibio e Plutarco, come lo stesso Cesare che le
utilizzò in prima persona. Durante il Medioevo, a Venezia, come a Napoli
o Avignone, si utilizzò la
c. per tutelare la segretezza in ambito
politico e diplomatico. Dal Rinascimento in poi si produssero numerosi studi e
trattati relativi alla scienza crittografica (come quello di L.B. Alberti o di
G. della Porta) e l'interesse non venne mai meno, anzi nel Settecento erano in
funzione in tutta Europa uffici per la decrittazione dei dispacci stranieri. La
c. ebbe comunque un ruolo assai rilevante durante le due guerre mondiali
e in particolare nella seconda, quando la sola Inghilterra impiegava migliaia di
uomini per l'intercettazione e la decrittazione dei messaggi cifrati tedeschi.
● Giochi - Nell'enigmistica le
c. si dividono in due differenti
tipi: di tipo meccanico, in quanto solubili prendendo in considerazione
l'essenza, la forma o la reciproca posizione delle lettere che le compongono;
oppure di tipo mnemonico, in quanto solubili prendendo in considerazione
l'enunciato in quanto tale e cercando di risalire a una frase fatta di cui
l'enunciato medesimo rappresenti il condensato (ad esempio: cenere = la prova
del fuoco).