Primicerio papale. Fu il principale consigliere dei
papi Stefano II e Paolo I. Alla morte di questi, l'aristocrazia romana, guidata
da Totone duca di Nepi, elesse al soglio pontificio l'antipapa Costantino II.
C. e il figlio Sergio, che si erano opposti a tale elezione, furono
costretti a fuggire, trovando rifugio e aiuto alla corte di Pavia dal longobardo
re Desiderio. Ritornato a Roma con l'appoggio di quest'ultimo,
C.
riuscì a pilotare l'elezione a papa di Stefano III (768), della cui
politica fu poi il maggior ispiratore. Col tempo i suoi consigli si connotarono
sempre più in senso filofranco e antilongobardo, tanto da provocare la
reazione di Desiderio. Questi scese a Roma nel 771 e, grazie all'aiuto di Paolo
Afiarta, familiare del papa, riuscì ad arrestare sia
C. sia il
figlio, facendoli accecare (m. Roma 771).