Nome di dieci re di Danimarca. ║
C. I:
re di Danimarca, Norvegia e, per alcuni anni, di Svezia. Fu il capostipite della
dinastia Oldenburg che regnò per secoli sulla Danimarca. Perseguì
una politica accentratrice allo scopo di realizzare un'unione di Stati nordici
intorno alla Danimarca, ma non riuscì ad evitare la spinta autonomista
della Svezia che nel 1460 tornò a Carlo VIII (1426 - Copenaghen 1481).
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C. II: re di Danimarca, Norvegia e Svezia. Sovrano riconosciuto
di Danimarca e Norvegia, dopo aver rafforzato il potere regio a scapito della
nobiltà, condusse una spedizione contro la Svezia per unirla alla sua
corona. Entrato in Stoccolma nel 1520, comandò il "bagno di sangue" in
cui uccise un grandissimo numero di nobili di idee indipendentiste. Questa sua
ferocia, però, rinfocolò la ribellione guidata dal reggente
svedese Gustavo Vasa. Anche il Consiglio privato danese gli preferì nel
1523 lo zio Federico I, e
C. fuggì in Olanda. Da qui tentò
inutilmente la riconquista del trono sbarcando in Norvegia nel 1531; fu presto
catturato e morì prigioniero dopo venticinque anni di carcere (Nyborg
1481 - Kalundborg 1559). ║
C. III: re di Danimarca e Norvegia.
Figlio di Federico I, fu eletto re nel 1534 e sostenne con le armi i suoi
diritti contro i partigiani di
C. II, entrando a Copenaghen solo nel
1536. Fece riconoscere il Luteranesimo come religione di Stato e incamerò
i beni del clero. Sostenne i protestanti tedeschi nella lotta contro Carlo V
(Gottorp 1503 - Kolding 1559). ║
C. IV: re di Danimarca e di
Norvegia. Figlio di Federico II, salì al trono giovanissimo. Nel 1611
sottrasse alla Svezia il dominio sul Mar Baltico con la guerra di Kalmar.
Sentendosi minacciato dagli Asburgo, partecipò alla guerra dei Trent'anni
a capo dei principi protestanti, ma fu sconfitto; firmando la pace di Lubecca
nel 1629 riuscì però a conservare tutti i suoi territori.
Costretto negli anni seguenti ad una politica di neutralità, vide
crescere l'influenza svedese nell'Europa settentrionale, fino al momento in cui
si riaccese la rivalità per l'egemonia sul Mar Baltico, che si concluse
con la sconfitta di
C. e la cessione alla Svezia di alcune provincie
costiere (Frederiksborg 1577 - Copenaghen 1648). ║
C. V: re di
Danimarca e Norvegia. Figlio di Federico III, proseguì la politica
assolutistica di quest'ultimo, marginalizzando la nobiltà locale a favore
di personaggi stranieri, in particolare tedeschi. Cercò di riconquistare
alla Svezia le province perdute dai suoi predecessori, alleandosi anche con la
Russia e gli Asburgo, ma senza esiti positivi (Flensburg 1646 - Kristiansborg
1699). ║
C. VI: re di Danimarca e Norvegia. Figlio di Federico IV,
pietista e seguace del mercantilismo, applicò tale sistema nel suo Regno,
contribuendo a un suo significativo rilancio economico. A lui si deve anche la
ricostruzione di Copenaghen, distrutta da un incendio (Copenaghen 1699 -
Hirschholm 1746). ║
C. VII: re di Danimarca e Norvegia. Sovrano
solo di nome, a causa del suo instabile equilibrio mentale, il Regno fu in
realtà guidato dalla moglie e dal suo medico personale Struensee, cui si
deve l'introduzione di una serie di riforme liberali. Nel 1784 il governo
passò al principe ereditario Federico VI (Kristiansborg 1749 - Rendsburg
1808). ║
C. VIII: re di Norvegia nel 1814, fu costretto a lasciare
il trono per un'invasione guidata da J. Bernadotte (V.
CARLO XIV). Rientrato in Danimarca, salì al trono di questo Paese
nel 1869, alla morte del cugino Federico VI. Promosse una serie di riforme
riguardanti l'autonomia amministrativa dei comuni e il riordino della finanza
pubblica. La sua gestione dei due ducati di cultura tedesca (Schleswig e
Holstein) fu incauta, creando le premesse per scontri futuri (Kristiansborg 1786
- Plön 1848). ║
C. IX: re di Danimarca. Adottato da Federico
VII, gli successe al trono nel 1863. Fu suo compito risolvere la cosiddetta
"questione dei ducati", di Schleswig e Holstein, per i quali combatté ma
che perse. Di orientamento conservatore, sostenne il governo di J. Estrup,
benché fosse privo di base parlamentare ma nel 1901, quando il Partito
conservatore fu battuto alle elezioni, si rassegnò alle regole del regime
parlamentare affidando il governo ai radicali (Gottorp 1818 - Copenaghen 1906).
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C. X: re di Danimarca e d'Islanda. Favorì l'evoluzione
democratica del Paese, firmando anche una Costituzione avanzata che istituiva il
bicameralismo e il diritto di voto per le donne. Durante la prima guerra
mondiale mantenne la neutralità del Paese. Rimase re di Islanda, dopo che
quest'ultima si staccò dalla Danimarca per costituirsi come Stato
sovrano, fino alla proclamazione della Repubblica. Durante l'occupazione
nazista, si rifiutò di fuggire per non abbandonare il Paese, diventando
così il simbolo stesso della resistenza nazionale. Memorabile la sua
risposta all'ordinanza nazista che obbligava tutti gli Ebrei di Danimarca al
marchio della stella gialla: re
C. si presentò in pubblico
portando cucita alla giacca una stella gialla, dicendo che tutti i suoi sudditi
erano uguali. Gran parte della popolazione seguì il suo esempio,
costringendo gli occupanti a ritirare la disposizione, fatto che frenò
considerevolmente i tentativi di deportazione nei lager di Ebrei danesi
(Charlottenlund 1870 - Amalienborg 1947).