(o
cripton). Elemento chimico di numero
atomico 36, peso atomico 83,80. Simbolo
Kr. Nella tavola periodica degli
elementi si colloca nel gruppo dei gas nobili, avendo elio, neon, e argo come
omologhi inferiori. Fu scoperto nel 1898 da W. Ramsey e M.W. Travers fra i
componenti meno volatili di un campione di 30 l di aria liquida: il residuo
della distillazione, sottoposto ad analisi spettrometrica, rivelò una
riga gialla e una verde che non appartenevano ad alcun elemento allora noto, per
cui fu identificato un nuovo elemento che venne detto
c. dal greco
kryptos: nascosto. Il
c. è un elemento assai raro nella
crosta terrestre, della quale costituisce solo il 1,9·10
-8% in
peso; dopo il suo omologo superiore, lo xeno, è l'elemento stabile
più raro nella crosta terrestre. Si trova nell'aria che, a livello del
mare, ne contiene lo 0,0001% in volume, ovvero lo 0,0003% in peso, cioè
una quantità veramente modesta, pari a circa 1/10.000 dell'argon, il gas
nobile più diffuso. È invece relativamente più abbondante
nell'universo conosciuto: si stima che esistano 51,3 atomi per ogni milione di
atomi di silicio. In natura si trovano sei isotopi stabili del
c.,
precisamente (tra parentesi sono indicate le abbondanze relative): il
78Kr (0,342%), lo
80Kr (2,223%), lo
82Kr
(11,50%), il
83Kr (11,48%), lo
84Kr (57,02%) e lo
86Kr (17,43%). Oltre a questi sono noti numerosi isotopi instabili,
tutti quelli che vanno dal numero atomico 76 al numero atomico 97. Sono tutti
radioattivi, eccetto quelli esistenti in natura, e presentano dei periodi di
dimezzamento (tempo nel quale una certa massa di un isotopo radioattivo si
decompone per metà per decadimento spontaneo) alquanto brevi, eccetto lo
81Kr che lo ha di 2·10
5 anni. Gli isotopi radioattivi
del
c. sono noti, in quanto sono fra quelli che si formano con più
frequenza nelle reazioni di fissione nucleare di elementi pesanti (uranio,
torio, plutonio) per cui si accumulano nei reattori nucleari; essi sono stati
oggetto di studi approfonditi. Assai interessante, per certi esperimenti di
fisica avanzata, è l'isotopo
87Kr che ha un tempo di
dimezzamento di soli 78 minuti, ma presenta un comportamento particolare: quando
si forma da una catena di reazioni nucleari emette un neutrone ritardato.
║
Proprietà fisiche: il
c. a temperatura ambiente si
presenta come un gas incoercibile, incolore, inodore e insapore, circa 3 volte
giù pesante dell'aria. Sotto la temperatura di -62,5 °C e a
pressioni superiori a 56,1 atmosfere può essere condensato in un liquido
che, alla pressione di un'atmosfera, bolle a 153,40 °C e solidifica a
-157,3 °C nel sistema cubico a facce centrate. Il liquido alla temperatura
di ebollizione ha peso specifico 2,7, che è pari a quello dell'alluminio
in condizioni ambiente. ║
Proprietà chimiche: in quanto gas
nobile, il
c. presenta lo strato più esterno occupato da 8
elettroni, quindi non ha alcuna tendenza a dare composti chimici, come tutti gli
altri elementi del gruppo zero. In certe condizioni particolari, tuttavia, si
riesce a farlo combinare con alcuni altri elementi. Si tratta comunque di
reazioni che hanno solo un interesse teorico (la possibilità di far
combinare i gas nobili, che venivano ritenuti assolutamente non reattivi), dato
che tali composti non hanno alcuna applicazione pratica. Come tutti gli altri
gas inerti, ha molecole monoatomiche e può dare fasi solide in forma di
complessi con rapporti stechiometrici ben definiti, come nell'idrato
8Kr∙46H
2O, che fonde a +13 °C. ║
Preparazione: come si è detto l'unica possibile fonte di
c.
è l'aria; esso, infatti, si ottiene solamente come sottoprodotto del
frazionamento dell'aria liquefatta allo scopo di produrre azoto e ossigeno.
Nell'argon tecnico è presente con un tenore dello 0,01% circa e, di
solito, non viene separato, in quanto nella maggior parte degli usi dell'argon
non comporta alcun problema. Negli impianti di frazionamento dell'aria
però, data la sua tensione di vapore relativamente bassa, si accumula
nell'ossigeno liquido. Questo viene poi ridistillato e si ottiene, così,
una frazione che contiene fino al 5-8% di
c. Questo viene, quindi,
purificato con vari metodi chimici, assorbendo l'ossigeno e le altre
impurità su opportune sostanze chimiche. Insieme al
c. resta di
solito anche lo xeno, con un tenore di circa il 10% in volume; la separazione
fra questi due gas è alquanto complessa e viene operata raramente. La
purezza del prodotto ottenuto può essere giudicata per via strumentale
(spettroscopio, spettrometro di massa, cromatografia dei gas, ecc.), dato che
non esistono metodi analitici tradizionali per la misurazione di questi
elementi. Un'importante fonte di
c. potrebbero essere i reattori nucleari
in quanto, come si è detto, nelle fissioni la formazione di isotopi di
questo elemento è assai probabile. Si ottiene, infatti, una miscela di
isotopi formata per il 95% da nuclidi stabili e per il 5% da nuclidi
radioattivi; la presenza di questi ultimi, che non sono economicamente
separabili, la rende però inutilizzabile. Occorrerebbe quindi attendere
molti anni, perché la radioattività della miscela scendesse sotto
i livelli pericolosi, cosa evidentemente alquanto difficile. ║
Usi:
il
c. è un elemento raro e costoso, per cui i suoi impieghi sono
molti limitati. È stato dimostrato che le lampade a tungsteno riempite
con
c. invece che con argon hanno una durata notevolmente superiore, e
che si possono ottenere lampade a filamento con emissione luminosa molto
superiore, in quanto il
c. riduce la tendenza all'evaporazione del
tungsteno. Naturalmente si fa riferimento a lampade ad elevata emissione, usate
nei proiettori cinematografici o di diapositive. In questo gas, come in altri
gas nobili (argon, neon), si presenta il fenomeno della scarica elettrica
luminosa, per cui esso può essere impiegato per lampade a fluorescenza.
Anche in questi casi vi è un problema di costi, per cui viene impiegato
solo in casi particolari, come ad esempio per display alfanumerici o per lampade
che emettono nella banda dell'ultravioletto più lontano: il
c. a
bassa pressione ha infatti uno spettro centrato in questa zona, il
c.
-85, un isotopo radioattivo che ha un tempo di dimezzamento di 10,4 anni,
decadendo per emissione di particelle e raggi gamma, e viene usato come
emettitore di particelle per apparecchiature di misura degli spessori. Un'altra
sua applicazione interessante si ha nella fabbricazione di lampade a
fluorescenza che non richiedono energia elettrica. Per la sua
conducibilità termica superiore a quella di altri gas nobili è
preferito anche come riempimento di lampade ad arco elettrico.