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Crimèa.

Penisola (27.000 kmq; 2.456.000 ab.) dell'Ucraina, situata tra il Mar Nero e il Mar di Azov. Costituisce un Repubblica autonoma all'interno del territorio dell'Ucraina. Capitale: Simferopol. Città principali: Yalta, Kerč, Sebastopoli. ● Geogr. - È unita alla terraferma mediante l'istmo di Perekop; a Est è separata dalla penisola di Taman per mezzo dello stretto di Kerč. Arida, piana e stepposa a Nord, si innalza bruscamente a Sud-Est nella catena dei monti Jaila. Il clima è in genere molto dolce lungo la costa meridionale, detta la "Riviera russa", ove sorgono diverse stazioni climatiche e turistiche. ● Econ. - L'economia si basa sull'agricoltura (vite, tabacco, cereali, girasoli, ortaggi e frutta), sull'allevamento bovino e ovino, sulla pesca. Sono sviluppate le industrie metallurgiche, chimiche, meccaniche e alimentari. Diffuso l'artigianato delle stoffe di lana e dei feltri. Giacimenti di petrolio, gesso, pietra calcarea. ● St. - Per la sua particolare posizione geografica fra l'Asia e l'Europa, la C. offrì spesso rifugio, nel corso della storia, alle stirpi che cercavano salvezza di fronte all'avanzata dei popoli nomadi delle steppe della Russia meridionale. Già agli inizi del I millennio a.C. fu abitata dai Cimmeri, popolo di cui riferisce anche Erodoto nelle sue Storie; nell'epoca di piena fioritura della civiltà greca classica il predominio passò agli Sciti. Numerosi i posti commerciali e gli avamposti militari fondati sulle coste meridionali della penisola: fiorenti dapprima come colonie greche e poi, una volta decaduta la madrepatria, annessi al Regno bosporano, che ebbe il suo centro più importante in Panticapeo (l'odierna Kerč). Su gran parte della C., oltre che sul Ponto, si estese il Regno di Mitridate, il satrapo che nel I sec. a.C. si pose alla testa del movimento di rivolta dell'Asia contro la politica espansionistica di Roma. Il Regno bosporano esistette ancora, dopo alterne fortune, fino al III sec. d.C.: poi venne travolto dai Goti, penetrati in C. attraverso l'istmo. Qui una parte dei Goti si mantenne, come gruppo etnico compatto, anche dopo la distruzione del loro Stato ad opera degli Unni di Attila. Effimera fu, infatti, la conquista della penisola da parte dell'imperatore Giustiniano; più duratura, invece, fu la presenza dei monaci "adoratori delle immagini", qui rifugiatisi durante la lotta iconoclasta. Sul Mar Nero apparvero nel IX sec. i Varjaghi-Russi; e i Goti di C. fecero atto formale di sottomissione al principe russo di Kiev. Durante i due secoli seguenti, più volte la C. passò dal possesso russo a quello bizantino (con pieno successo finì per esempio, nel 1016, la spedizione militare intrapresa da Basilio II nella Tauride); più tardi (dopo il 1204, anno dell'occupazione di Costantinopoli da parte dei crociati), penetrarono anche i Turchi Selgiuchidi. La C., comunque, cadde stabilmente nell'orbita del dominio mongolo, e precisamente nell'area politica e militare dell'Orda d'Oro. Centro principale dei Mongoli in C. fu la città di Solchat. Intensi, in questo periodo, furono i rapporti commerciali con le città marinare dell'Occidente, e in special modo con Venezia, che ancor prima dell'arrivo dei Mongoli aveva fondato numerosi empori sulle coste della penisola. Alla fine del XIV sec. i principi lituani, che avevano respinto i Mongoli fino alla riva del Mar Nero (l'Orda d'Oro attraversava un periodo di decadenza, soprattutto per rivalità interne), compirono incursioni, al di là dello stretto, in territorio crimeano; ma pochi decenni dopo, l'autorità dello Stato mongolo-tartaro venne ristabilita dal principe Timur e la Lituania dovette ritirarsi per sempre dal Mar Nero. Un periodo particolarmente felice nella storia della penisola si aprì con la salita al trono del principe Mengli-Ghiray, fondatore del nuovo Khanato autonomo di C.; tuttavia, già nel 1475 i khan crimeani furono costretti a dichiararsi vassalli del sultano turco di Costantinopoli: la costa meridionale della C., anzi, venne addirittura trasformata in provincia turca. Tagliati fuori dal bacino del Mar Nero, i Tartari di C. iniziarono a devastare sistematicamente le terre del Nord, sia quelle polacche, sia quelle del principe di Moscovia. Tale stato di cose durò fino alla prima metà del XVIII sec., fino a quando cioè ebbe inizio dalla Russia la "corsa al mare". Primo obiettivo degli zar divenne la C., e particolarmente ambita fu la fortezza di Azov, porto strategico di vitale importanza per chiunque volesse dominare il Mar Nero. La C. fu strappata alla Turchia, costretta a riconoscerne l'indipendenza (trattato di Kuciuk Quainarge, 1774), e nel 1783 l'intera penisola fu annessa al territorio della Russia. Nella prima metà del XIX sec. la C. fu scossa da continue guerre russo-turche. Dopo la guerra di C. (1854-55), la regione si risollevò con lentezza dai disastri bellici: solo nel 1880 riprese intensamente l'opera di colonizzazione da parte del Governo zarista. Scoppiata nel 1917 la Rivoluzione sovietica, la penisola di C. fu a lungo in mano ai bianchi di Vrangel, e solo nel 1921 poté entrare a far parte dell'Unione Sovietica come Repubblica autonoma. Durante la seconda guerra mondiale la penisola fu occupata dai Tedeschi dall'ottobre 1941 al maggio 1944; poiché non pochi Tartari collaborarono con l'invasore, alla C. venne tolta nel 1945 la propria autonomia: soppressa la Repubblica, la regione divenne un semplice oblast' (provincia) della Repubblica sovietica russa fino al 1954, per poi entrare a far parte della Repubblica sovietica d'Ucraina. Dal 12 febbraio del 1991 è una Repubblica autonoma compresa nello Stato dell'Ucraina. ║ Guerra di C.: Francia e Inghilterra, decise a fiaccare la potenza navale russa del Mar Nero, inviarono congiuntamente un esercito che sbarcò nel settembre 1854 a Eupatoria, e batté i Russi presso il fiume Alma. Non si trattò, tuttavia, della guerra-lampo prevista dagli alleati: l'affondamento di alcune navi all'ingresso della baia di Sebastopoli impedì agli alleati di dar l'assalto alla piazzaforte anche dal mare; così i Russi si poterono attrezzare per la difesa, tanto più che la cavalleria inglese era uscita pesantemente sconfitta dallo scontro di Balaklava. Il successivo assedio di Costantinopoli fu estremamente logorante per entrambe le truppe. Nella battaglia del ponte di Traktir, più nota come battaglia della Cernaia, ebbero un ruolo decisivo le truppe piemontesi guidate da A. La Marmora, inviate nel maggio 1855, dopo l'adesione del Regno di Sardegna all'alleanza franco-inglese per consolidare la propria posizione internazionale. Un mese dopo cadde la torre di Malachov, chiave di Sebastopoli; l'esercito russo riuscì a stento a mettersi in salvo sull'istmo di Perekop. Le trattative di pace portarono al Congresso di Parigi (1856).