(dal latino
causa: causa). Denominazione
generica di tutto ciò che esiste nell'ordine reale e in quello ideale o
immaginario: oggetto, essere, atto, fatto, avvenimento, ecc. ║ Soprattutto
al plurale, faccende, affari della vita pubblica o privata. ║ Il complesso
di idee, fatti, scritti relativi a un determinato argomento o a una determinata
disciplina. ● Dir. - Ogni entità che può rivestire un
interesse giuridicamente rilevante, che può essere oggetto di diritto, al
quale spesso è possibile dare una valutazione di tipo economico. La prima
definizione giuridica di
c. fu elaborata dal diritto romano, che
distingueva tra
res divini iuris (comprendente tutto ciò che era
destinato al culto degli dei, che poteva essere posto sotto la protezione della
divinità, che era destinato all'uso della comunità, ecc.) e
res
humani iuris (distinte in numerose categorie a seconda della loro
consistenza, divisibilità, qualità materiali, ecc.). Passate
dall'antico codice romano a quello giustinianeo, tali distinzioni e
classificazioni furono accolte, pur con ulteriori elaborazioni e
perfezionamenti, nei codici moderni, incluso quello italiano. Quest'ultimo, in
particolare, distingue tra
c. (entità considerata in se stessa) e
bene (entità considerata in base al vantaggio e all'utile che il soggetto
può trarne). ║
C. giudicata: in diritto civile, sentenza non
più soggetta ad appello, a ricorso per cassazione, a revocazione; la
decisione acquista valore normativo sia come regola fra le parti nei rapporti
fra loro, sia per un eventuale futuro giudice nel caso debba giudicare sul
medesimo oggetto. Nel diritto penale, si ha come conseguenza di una
c.
passata in giudicato l'impossibilità di sottoporre nuovamente a giudizio
l'imputato per il medesimo fatto, sia in caso di condanna che di
proscioglimento, anche in contumacia. ║
C. ritrovata: nel diritto
italiano, la mancata restituzione di un oggetto al suo possessore da parte chi
l'ha trovato costituisce reato. ● Filos. - Tutto ciò che può
essere oggetto di azione o di pensiero, che quindi sia conoscibile,
immaginabile, pensabile e del quale si possa fare esperienza in qualsiasi modo.
In un senso più specifico, il termine indica una realtà
individuale o un oggetto corporeo appartenente al mondo naturale, distinto dalla
persona, dalla coscienza, ecc. Aristotele indicò come
c. un ente
completo, una sostanza prima contrapposta alla materia e alla forma. Nelle
dottrine filosofiche elaborate a partire dall'antichità, il concetto di
c. subì comunque numerose modificazioni e trasformazioni,
soprattutto per quanto riguarda la questione delle relazioni esistenti tra
c. e spirito e tra
c. ed essere umano.