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Corrida.

[(dallo spagnolo corrida (de toros): corsa (di tori)]. Spettacolo pubblico, tipico soprattutto della Spagna e dei Paesi del Sud-America abitati da popolazioni di origine spagnola, consistente nella lotta di uomini contro tori. ● Encicl. - Le corse di tori furono gradite ai nobili spagnoli, cristiani e musulmani, sin dal più lontano Medioevo. Cadute in declino come divertimento della nobiltà verso il XVI sec., rimasero in uso presso il popolo ed ebbero, in breve tempo, larga diffusione. Dal XVIII sec. a oggi la tecnica della c. ha subito notevoli modificazioni. Attualmente, la c. ha luogo di pomeriggio (alle 17.00) in un'arena apposita (plaza de toros) ed è composta da tre atti (o tercios). Dopo la pittoresca sfilata (paseo) degli attori e il loro ritiro dall'arena, teatro dello spettacolo, si lascia uscire il toro. L'animale, eccitato dai peones (giostratori a piedi) o dai banderilleros, viene affrontato dal matador o espada, che dovrà ucciderlo e che si destreggia con un mantello rosso intorno al toro. In seguito, entrano in scena i picadores, a cavallo, che con lance apposite colpiscono l'animale. Infine il matador finisce il toro a colpi di spada (secondo la regola, non più di cinque).