Movimento sorto in seno alla Chiesa cattolica per arginare
la Riforma protestante, correggendo gli abusi e le manchevolezze che avevano
provocato la defezione dalla Chiesa di Roma e la conseguente disgregazione del
tessuto unitario della cristianità occidentale. L'opera di rinnovamento e
il rafforzamento dottrinale e organizzativo della Chiesa cattolica culminarono
nel Concilio di Trento. Dopo l'esposizione delle 95 proposizioni di Martin
Lutero nel 1517, il Protestantesimo si era diffuso in Germania, Svizzera,
Inghilterra, Scandinavia, Francia, Italia, Spagna e nei Paesi dell'Europa
orientale. La prima esigenza della Chiesa cattolica fu quella di confutare i
singoli errori dei riformati, promuovendo la diffusione di manuali
controversistici e procedendo a capillari precisazioni dogmatiche. A partire dal
XV sec. la Spagna e l'Italia erano già stati i centri di questo movimento
di rinnovamento sotto la guida prima delle congregazioni riformate
dell'Osservanza (Domenicani, Francescani, Cappuccini) e poi delle nuove
congregazioni di chierici regolari (Teatini, Barnabiti, Gesuiti e Somaschi) e
degli Oratori del Divino Amore, di iniziativa laica, che miravano a diffondere
l'amore verso il prossimo e i principi di una rinnovata edificazione spirituale.
Su questo movimento di "riforma interiore individuale" nel XVI sec. intervenne
il Papato, promuovendo un'energica azione di riforma delle istituzioni
religiose. Le prime istanze del rinnovamento vennero accolte da Giulio II e da
Leone X nel V Concilio Lateranense e portate avanti da Paolo III; il
rafforzamento del Sant'Ufficio antiereticale e l'abile azione diplomatica di
Paolo IV attestano il progressivo sviluppo dell'aspetto repressivo della
C., che divenne ancora più evidente con l'applicazione dei criteri
tridentini, promossa da Pio V, da Gregorio XIII e da Sisto V, a cui si deve la
riconciliazione tra la Chiesa cattolica e l'ugonotto Enrico IV di Francia.
Grazie a un'intensa attività diplomatica, specialmente negli Stati della
Germania, la Chiesa si guadagnò la collaborazione dei principi cattolici
nell'opera di riconversione di persone e istituzioni passate al Protestantesimo,
affermando e sostenendo il principio del
cuius regio, eius religio,
cioè del diritto del signore territoriale di imporre la propria religione
ai suoi sudditi. Nel 1545, anche in considerazione dell'appello al concilio da
parte dei protestanti tedeschi come unica autorità in grado di
giudicarli, venne convocato il Concilio di Trento che si propose di ridefinire
la dottrina cattolica messa in dubbio dalla Riforma, porre rimedio agli abusi
della Chiesa e ristabilire l'unità dei cristiani sul piano politico e
religioso in vista di una grande lega antiturca. Nella controversia sulla
dottrina, la
C. condannò le teorie di Lutero, Calvino, Zwingli,
anabattisti e antitrinitari riguardo le fonti della Rivelazione, la natura del
peccato originale, l'Eucarestia, la penitenza, le indulgenze, il culto della
Madonna e i Sacramenti, riunendo tutte queste definizioni dogmatiche nella
cosiddetta
Professione di fede tridentina che, da allora, tutti i vescovi
devono recitare prima di entrare in carica. In ambito giuridico-disciplinare la
C. si propose di eliminare gli abusi nell'assegnazione dei benefici, di
imporre l'obbligo della residenza ai vescovi, di provvedere alla retta
amministrazione dei beni ecclesiastici e da creare seminari diocesani per la
formazione del clero secolare. A questo spirito di rinascita diede un contributo
determinante l'organizzazione dei Gesuiti costituita nel 1534; la Compagnia di
Gesù operò soprattutto nel campo dell'istruzione del clero e dei
laici, fondando dovunque collegi e dando ai futuri sacerdoti una completa
padronanza della teologia scolastica, integrata da studi concernenti la teologia
morale e la pratica pastorale. Per combattere la Riforma, nel 1542 venne
istituita inoltre la Suprema Congregazione dell'Inquisizione Universale, con il
compito di esaminare tutti i casi di eresia e di giudicarli con autorità
superiore a ogni altra. Un altro potente strumento della
C. fu l'Indice
dei libri proibiti, che imponeva severe regole di lettura e un controllo
sorvegliato di tutte le pubblicazioni a stampa e del loro commercio; l'elenco,
compilato con criteri molto restrittivi da Paolo IV nel 1557, includeva molte
opere mistiche che non avevano nulla a che fare con l'eresia. Dalla metà
del XVI sec., inoltre, il Papato svolse una politica volta ad assicurare
territori ai principi cattolici che mantenessero o ristabilissero l'ortodossia
cattolica; in questo periodo la Chiesa arrivò a finanziare imprese
militari di principi cattolici affiancandoli nella lotta per il possesso di
territori rivendicati anche da sovrani protestanti. La
C. politica venne
arrestata dalle disposizioni del Trattato di Westfalia che nel 1648
ratificò la secolarizzazione dei vescovati cattolici e la loro
assegnazione alla Svezia e ad altri principi protestanti. Nella rinascita
cattolica ebbe un importante ruolo anche il rifiorire delle università,
divise dalla Riforma protestante in scuole cattoliche (come quelle di Lovanio,
Colonia, Magonza, Dilligen) e scuole protestanti (come quelle di Leida,
Marburgo, Erfurt, Tubinga). L'opera di rinnovamento fu perseguita soprattutto
dalle università spagnole di Salamanca, Alcalà, Valladolid, e da
quella portoghese di Coimbra, che promossero la rinascita della filosofia e
teologia scolastica. Nei riguardi della scienza e del sapere in generale,
l'atteggiamento della
C. si mosse in direzioni talora contrapposte; da un
lato esercitò un sospettoso controllo in difesa delle tradizioni,
dall'altro promosse le arti, creò nuove biblioteche e alimentò
vivaci dibattiti teologici, ad esempio sulle capacità etico-religiose
dell'uomo, sul diritto naturale e sui limiti dei poteri dei sovrani. La
C. fece sentire i suoi influssi principalmente sulla storiografia,
imponendole i temi delle controversie con i protestanti riguardo alla struttura
originaria della Chiesa, gli sviluppi della sua organizzazione e della sua
dottrina e promuovendo una ricerca di fonti e tradizioni che portò alla
definizione della storia della teologia e del dogma. Tra le opere della
storiografia riformistica ricordiamo gli
Annali ecclesiastici di Baronio
(1588-1607), la
Historia dei centuriatori di Magdeburgo (1599-1607), la
Historia del Concilio di Trento (1656-57) del gesuita Sforza Pallavicino,
in risposta polemica alla storia filoprotestante di Paolo Sarpi e la
Storia
delle variazioni delle chiese protestanti (1688) di Bossuet. In campo
artistico la
C. rinnovò l'iconografia sacra caricandola di un
nuovo contenuto mistico e pietistico contro l'iconoclastia protestante, che
passava dal divieto totale delle immagini sostenuto da Calvino e Zwingli a una
moderata difesa delle stesse da parte di Lutero. La nuova iconografia, in lotta
contro l'eresia, contrappose alla serena pittura umanistico-rinascimentale,
lontana dalle espressioni del dolore della paura e della morte, scene di
persecuzioni, torture e figure di martiri. Il culto dei santi, l'esaltazione
della Vergine, la supremazia del Papato vennero inoltre solennizzati da
grandiosi cicli pittorici.