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Controcorrente.

Fis. - Nelle operazioni elementari di trasporto di materia ed energia (scambio di calore, assorbimento, estrazione con solventi, ecc.), particolare tipo di flusso delle fasi nelle quali avviene lo scambio; quest'ultimo consiste nel far muovere le due fasi in senso opposto. Un esempio tipico è quello dello scambio di calore in uno scambiatore a fascio tubiero: si consideri per semplicità uno scambiatore monotubolare, composto da un tubo nel quale scorre un fluido (detto caldo), circondato da un tubo concentrico nel quale scorre un altro fluido (detto freddo). Si voglia raffreddare il fluido caldo da 100 a 50 °C, riscaldando il fluido freddo da 10 a 40 °C. Se il moto dei due fluidi è in c., ciò significa che i due fluidi scorrono in senso opposto e che, quindi, l'ingresso del fluido freddo deve avvenire in prossimità dell'uscita del fluido caldo, e viceversa. Ciò consente il miglior scambio termico possibile, in quanto il fluido molto caldo (100 °C) viene a contatto con il fluido freddo, quando questo si è già in parte riscaldato (fino a 40 °C); si ha, pertanto, un ΔT (differenza di temperatura) di 60 °C, sufficiente ad assicurare un buono scambio termico. Il fluido caldo ormai raffreddato (a 50 °C) viene, invece, a contatto con il fluido freddo ancora molto freddo (a 10 °C) e lo scambio termico è ancora buono (ΔT = 40 °C). Il fluido caldo man mano che si raffredda viene, quindi, a contatto con un fluido progressivamente più freddo, e ciò fa sì che lo scambio termico sia sempre buono. Il ΔT medio aritmetico (sarebbe però meglio usare la media logaritmica) è di (60 + 40)/2 = 50 °C. Se si adottasse la disposizione in equicorrente, facendo entrare ed uscire i due fluidi dallo stesso lato si avrebbe un ΔT = 60 °C all'ingresso e un ΔT = 10 °C all'uscita, con un ΔT medio di (60 + 10)/2 = 35 °C, notevolmente inferiore a quello di cui sopra. Dato che lo scambio termico è tanto migliore quanto maggiore è il ΔT medio, si vede come la disposizione in c. consenta uno scambio maggiore: basta, perciò, uno scambiatore di minori dimensioni per raggiungere lo stesso risultato. Con la c. si potrebbe anche avere un fluido freddo che esce a 60 °C (superiore alla temperatura di uscita del fluido caldo), fatto evidentemente impossibile nel caso dell'equicorrente. Pertanto, la disposizione in c. è quella usata in via generale, salvo necessità particolari. Nell'estrazione con solvente è, inoltre, opportuno portare il solvente fresco (che ha la tendenza ad estrarre il componente voluto) a contatto con la miscela pressoché esaurita (che, quindi, ha poca tendenza a cedere il componente in questione), mentre la miscela fresca (con grande contenuto di componente da estrarre) va portata a contatto con il solvente pressoché saturo (con poca tendenza ad estrarre). Ciò si traduce nella possibilità di estrarre una maggior quantità di componente con una minore quantità di solvente, ottenendo, quindi, un estratto (miscela solvente più componente da estrarre) più concentrato del componente e nelle apparecchiature più piccole. Anche in questo caso, la c. si dimostra vantaggiosa rispetto all'equicorrente. Nell'assorbimento di un gas con un opportuno solvente, la c. offre gli stessi vantaggi che nell'estrazione con solvente, motivo per cui è adottata quasi di regola. Negli assorbitori, che sono generalmente a forma di colonna, il solvente entra dall'alto ed esce dal basso, mentre il gas compie il cammino inverso. ● Geogr. fis. - In oceanografia, la corrente o il sistema di correnti di compenso che riequilibra dinamicamente lo spostamento d'acqua della corrente principale, chiudendo il circuito oceanico. Si possono avere c. anche nei mari interni e nei fiumi. ║ Fig. - Con valore avverbiale, in locuzioni del tipo andare c.: seguire una via opposta a quella che si segue comunemente.
Un esempio di flusso controcorrente è il moto reciproco che si verifica in uno scambiatore di calore a fascio tubiero tra fluido caldo e fluido freddo