(dal latino tardo
contingentia: ciò che
può accadere). L'essere contingente, casuale, accessorio; anche
ciò che è contingente. ║ Occasione; circostanza fortuita,
per lo più dolorosa. ● Filos. - Opposto di necessità, in
quanto un fatto può essere o non essere diverso da quello che è.
D'altra parte, dato che il possibile è ciò che ha bisogno di altro
per esistere, è necessario porre a fondamento ultimo del possibile un
essere necessario che esiste di per sé. Tale concetto, di origine
aristotelica, è stato introdotto nella filosofia medievale da Avicenna e
utilizzato, via via, da S. Tommaso per provare l'esistenza di Dio
ex
possibili et necessario, da Leibniz
a contingentia mundi e da Kant
come prova cosmologica. Nella filosofia moderna, il concetto di
c.
è stato ripreso e discusso in particolare da J. Lequier, Ch. Secretan e
Ch. Renouvier, che hanno dato vita al movimento detto Contingentismo
(V.). ● Dir. -
Indennità di
c.: nel diritto del lavoro, la parte variabile della retribuzione, in
rapporto all'età, alla qualifica del lavoratore e alle variazioni del
costo della vita. Essa è regolata dalla scala mobile. ● Stat. -
Differenza tra la frequenza effettiva di una data combinazione delle
modalità di due fenomeni e la corrispondente frequenza teorica prevista
nel caso che i due fenomeni siano indipendenti tra loro; essa è calcolata
sulla base del teorema della probabilità composta.