Lett. - Corrente estetica sviluppatasi nel XIX sec., che
deve il suo nome alla particolare attenzione rivolta al contenuto dell'arte,
separato dalla forma, in aperto contrasto con il formalismo delle poetiche
classicistiche. Le estetiche di De Sanctis, Croce e Gentile tentarono di reagire
alle degenerazioni del
c. Le estetiche contemporanee hanno, in parte,
continuato ad allontanarsi dalla nozione di contenuto come essenziale; il valore
dei contenuti viene, invece, accentuato dalle teorie letterarie d'ispirazione
marxista, che lo associano all'intenzionalità ideologica più o
meno cosciente dell'autore. ║ In particolare, da un punto di vista meno
astratto di pratica della scrittura, il termine
c. si cominciò a
usare in Italia intorno al 1930, quale contrapposto polemico di
calligrafismo o
formalismo, per designare l'istanza, avvertita
specialmente dai nuovi narratori, di uscire dall'autobiografismo sensuale, dal
descrittivismo evocativo e dal frammentismo lirico propri della letteratura
della "Voce", della "Ronda" e, in genere, del Decadentismo. Si volle,
così, instaurare un'arte aperta al mondo morale, alla realtà della
vita, alla rappresentazione della condizione umana (in questo senso, lo si
può considerare sinonimo di Neorealismo).