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Consumismo.

Termine divenuto di uso corrente a partire dalla metà degli anni Sessanta e impiegato per indicare una tendenza al consumo accelerato di beni e servizi, facilitato dalla creazione di nuovi bisogni indotti che spingono ciascuno a soddisfare necessità di tipo prevalentemente voluttuario. Ciò significa che all'equivalenza risparmio-valore viene sostituita quella di consumo-valore secondo la quale il consumare assume addirittura l'importanza di un dovere sociale. Tale tendenza è incrementata, in stretta connessione con gli interessi produttivi privati, dalla pubblicità, che insiste su particolari elementi quali il consenso sociale, il prestigio, il successo sessuale, la bellezza, la salute. Tratti distintivi del c., inteso quale struttura di consumi delle società moderne più avanzate, sono la continua immissione sul mercato di prodotti nuovi, il rapido processo di invecchiamento degli oggetti e la conseguente perdita di valore, il continuo aumento della domanda.