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Consorterìa.

Istituzione medioevale che raggruppava famiglie nobili appartenenti allo stesso ceppo o a ceppi diversi, sorta allo scopo di rafforzare il peso e il potere politico delle singole famiglie. La c. era organizzata come una famiglia allargata, con propri capi, una o più case fortificate in comune in cui tutti potevano trovare rifugio nei momenti di pericolo. Aveva inoltre consoli propri, che componevano le discordie fra i consorti; talvolta beni, rendite e ricchezze erano messi in comune (c. di patrimonio). Gli obblighi e i diritti reciproci erano generalmente fissati in una carta che, nel caso i contraenti dipendessero feudalmente dall'Impero, doveva essere approvata dall'imperatore. Sorte nel periodo in cui l'organizzazione feudale si stava progressivamente dissolvendo, sostituita dai nuovi Comuni cittadini, le c. acquisirono con sempre maggior evidenza una funzione di opposizione nei confronti delle associazioni popolari delle arti e mestieri e del Governo di tipo democratico, quale si veniva affermando nella maggior parte delle città italiane. ║ Per estens. - Fazione politica o gruppo di persone che tendono a favorire i propri interessi particolari, anche se ciò può comportare danni al bene pubblico.