Associazione di fedeli, retta da uno statuto approvato
dall'autorità ecclesiastica per l'esercizio in comune di atti di
pietà, di carità, e per l'incremento del culto. Storicamente se ne
hanno tracce sin dall'epoca carolingia, ma ebbe impulso allorché il
popolo divenne più maturo per associarsi. Nel Medioevo, le
c.
ebbero grande influenza; si ricordano quella dei Flagellanti, sorta a Perugia
nel 1260, la
c. del Gonfalone, fondata a Roma nel 1264 e quella dei
Bianchi, sorta nell'alta Italia nel 1399. Molte furono abolite nella seconda
metà del XVIII sec., specialmente per opera della Rivoluzione francese e
di Giuseppe II nei domini austriaci. Nell'Islam, le prime
c. avevano lo
scopo di praticare una vita religiosa più profonda; nate nel XII sec.,
acquistarono presto importanza politica e sociale, per cui furono mal tollerate
dall'autorità. Esse avevano nel loro seno un ordinamento gerarchico e
amministrativo, e vincolavano i loro membri con obblighi precisi, come riunioni
devote, l'offerta dell'obolo, la povertà. Inoltre sfuggivano a ogni
vigilanza di ordine religioso e statale. Le
c. organizzano una vita
comune solo in particolari circostanze, quali la visita periodica alla moschea,
o in altro edificio destinato all'uso sacro. I loro membri, sotto l'influsso
della musica e della danza, si abbandonano a scomposte manifestazioni mistiche;
in altre invece vigono austeri riti.