(dal latino
con e
clavis: chiave). Luogo dove
si radunano i cardinali, e l'adunanza stessa, per l'elezione del nuovo papa.
L'origine dell'elezione in
c. risale al 1270, allorquando, dopo
prolungata vacanza del seggio pontificio, i cardinali riuniti, gravemente
discordi, vennero chiusi dal popolo in clausura forzata, affinché
giungessero ad una decisione. La scelta cadde su Teobaldo Visconti, che assunse
il nome di Gregorio X, il quale, nel 1274, promulgò rigide norme sul
c., di cui molte sono in vigore ancora oggi; tra l'altro si
stabilì che i cardinali presenti nel luogo di morte del pontefice si
radunassero in palazzo senza contatto con l'esterno e, qualora dopo cinque
giorni dall'inizio del
c. non avessero eletto il papa, ricevessero solo
pane, acqua e vino, fino ad elezione avvenuta. In seguito quelle leggi vennero
abolite e la materia venne riordinata dai successivi papi Gregorio XV (1621),
Pio X (1904), Pio XI (1922), Pio XII (1945); lo stesso papa Giovanni XXIII vi
apportò alcuni ritocchi. Secondo il sistema vigente, l'elezione del nuovo
pontefice spetta esclusivamente ai cardinali, i quali vengono invitati dal
cardinale decano al
c., che deve aver inizio entro diciotto giorni dalla
morte del pontefice precedente. Entrati i cardinali in
c., ne viene
allontanato ogni estraneo che non sia indispensabile ai servizi e viene chiusa
l'unica porta di accesso, la custodia della quale viene affidata dall'interno a
un "cardinale camerlengo" e dall'esterno ad un laico "maresciallo del
c.". L'elezione può avvenire mediante tre procedure: per "quasi
ispirazione", cioè per acclamazione immediata all'unanimità; per
"compromesso", ossia per concorde deferimento della scelta a un collegio di tre,
cinque o sette cardinali elettori; per "scrutinio", ossia per voto personale e
segreto, che è la procedura ordinaria. Risulta eletto chi abbia riportato
almeno i due terzi dei voti. A elezione avvenuta viene chiesto all'eletto se
accetta e quale nome intende assumere; quindi viene rivestito degli abiti
pontificali. C'è la tradizione di annunciare al popolo con una fumata
nera o bianca la non avvenuta o l'avvenuta elezione. Dopo la cerimonia
dell'obbedienza da parte degli elettori, cessa la clausura e il decano dei
cardinali presenta al popolo, in piazza San Pietro, il nuovo
eletto.