Rel. - In senso lato, è la teoria secondo cui al
concilio ecumenico, superiore al papa, sarebbe affidata la suprema
potestà ecclesiastica. Con uso più proprio, la dottrina politica
della subordinazione del papa ai fedeli (e perciò ai loro rappresentanti
adunati in concilio) elaborata da Marsilio da Padova e Guglielmo d'Occam, nel
furore delle contese tra Filippo il Bello e Bonifacio VIII, Ludovico il Bavaro e
Giovanni XXII. Lo scisma d'Occidente consacrò la fortuna della dottrina;
Corrado di Gelnhausen ed Enrico di Langenstein la diffusero in Germania, P.
d'Ailly soprattutto in Francia. Nell'età moderna il
c. si
atteggiò sotto forma di autonomia delle chiese nazionali di fronte
all'universalismo papale; e nella lotta contro l'ultramontanesimo si
identificò col gallicanesimo. Tendenze conciliari, a sfondo episcopalista
o di ispirazione liberaleggiante, si incontrarono ancora fra cattolici fino al I
Concilio Vaticano.