Attività economica che ha per oggetto lo scambio di
beni con altri beni. ║
C. ambulante: esercitato da venditori
ambulanti. ║
Mettere in c.: mettere in vendita. ║
Essere
in c.: essere in vendita, detto di cose; fare il commerciante, detto di
persona. ║
Fuori c.: si dice di cose che non sono in vendita. In
senso lato: traffico illecito o immorale. • St.
- Iniziato col baratto di oggetti nelle società primitive, il
c.
progredisce con la civiltà e ha avuto quindi nel bacino mediterraneo il
suo centro di maggior sviluppo (con Egiziani, Greci, Etruschi, Cartaginesi,
Romani e successivamente Arabi per massimi protagonisti). Il Medioevo vide un
rigoglioso
c. marittimo con le Repubbliche Marinare. È in tale
periodo che sorgono anche i maggiori istituti del
c. e si crea una
dottrina commerciale. La scoperta dell'America accelerò nei paesi da essa
interessati lo sviluppo dell'economia capitalistica.
• Econ. - A seconda che si svolga tra soggetti
operanti all'interno di uno Stato, oppure in due o più Stati, il
c. si chiama
interno o
estero. Nelle operazioni del
c.
interno si distinguono solitamente due fasi:
all'ingrosso e
al
minuto (dettaglio). La prima è curata da grandi aziende a
specializzazione settoriale, e comporta la raccolta di grandi partite, che poi
verranno messe a disposizione dei dettaglianti. Le contrattazioni per grandi
partite si svolgono solitamente in apposite sedi, le Borse merci, numerose anche
in Italia (importantissime, soprattutto per minerali e metalli rari, quelle di
Londra e New York). Il
c. al dettaglio dispone invece di una rete di
distribuzione capillare, che tende a raggiungere anche i piccoli mercati.
L'esigenza di ridurre al massimo i costi ha determinato la formazione di grandi
negozi a catena (
supermercati) che praticano prezzi concorrenziali,
mentre, in molti settori vengono concesse al consumatore larghe facilitazioni di
pagamento (
vendite rateali). Il
c. al dettaglio può essere
svolto anche attraverso vendita all'aperto. Una nuova organica disciplina del
c. è stata istituita con L. 11.6.1971 n. 426, parzialmente
modificata dalla L. 5.7.1975 n. 320 e dalla L. 19.5.1976 n. 398. Quest'ultima
disciplina tratta, in particolare, il
c. ambulante, facendo obbligo ai
venditori ambulanti di iscrizione a una speciale sezione del registro dei
commercianti e di disporre di una apposita autorizzazione rilasciata dal
sindaco. Per i venditori ambulanti abusivi, cioè per coloro che praticano
c. ambulante senza autorizzazione, sono previste sanzioni che possono
comportare anche la confisca della merce e delle attrezzature. ║ Il
c.
estero si distingue fondamentalmente in:
c. di importazione e
c.
d'esportazione, e infine in
c. di transito (ammissione temporanea di
merci per conto di altri Stati). In Italia operano in questo settore, oltre al
ministero del Commercio con l'Estero, l'ICE, la Banca d'Italia, l'UIC, e altri
organismi. Alla base dello scambio internazionale è l'esigenza di
ottenere un determinato bene al minimo prezzo o comunque ad un prezzo più
basso di quello eventualmente praticato all'interno dello Stato. La
libertà di
c. suscita quindi la concorrenza e svolge la funzione
essenziale di deprimere costi e prezzi dei prodotti. Tuttavia i pagamenti verso
l'estero vengono eseguiti (tranne che per gli accordi di
clearing) in
monete estere (o divise), che si rendono disponibili soltanto se all'ammontare
del debito corrisponde una somma di divise ricavate da altrettante esportazioni
di beni e servizi e da altre entrate indivisibili. Considerata la grande
incidenza del
c. con l'estero (monetaria e finanziaria in particolare)
nell'economia nazionale, gli Stati perseguono una propria politica doganale (con
restrizioni o estensioni temporanee delle transazioni, con premi e rimborsi agli
importatori) che sempre più spesso mette in contrasto tra loro singoli
Paesi e rallenta lo svolgimento dei traffici. Attualmente, il controllo degli
impegni internazionali assunti relativamente al contingentamento, al
dumping, alla politica monetaria e alla libertà di
c.
è affidato all'ITO e al GATT. che auspicano la massima liberalizzazione.
Tuttavia la tendenza attuale è quella degli accordi di zona, e concrete
misure per la riduzione tariffaria sono state prese da particolari gruppi di
paesi con unioni doganali e politiche, quali la CEE, l'EFTA, il Benelux, il
Comecon, ecc.