Tecnica e scienza della misurazione delle grandezze che
caratterizzano il colore, basata sostanzialmente sul confronto con determinati
colori assunti come campioni (campioni colorimetrici). ║ Tecnica di
analisi chimica nella quale si misura la quantità di una sostanza
contenuta in una soluzione, dall'intensità del colore che essa conferisce
alla soluzione stessa. • Fis. - La
c. ha
come oggetto la determinazione non di grandezze soggettive in senso stretto, ma
di grandezze che rappresentano la risposta soggettiva media di un numero assai
grande di individui. Tale risposta è stata in un primo tempo determinata,
in condizioni normalizzate, con un metodo di confronto soggettivo;
successivamente la conoscenza di tale risposta media per date stimolazioni ha
permesso di fabbricare strumenti di misura che rendevano oggettiva la
misurazione. Poiché una data sensazione di colore può essere
prodotta dalla miscela di tre colori di luminanza opportunamente dosata, dato un
sistema di riferimento in cui siano definiti tre colori come fondamentali,
qualsiasi colore è definito come un punto di un diagramma rappresentativo
delle tre dosi. Tale diagramma è detto triangolo colorimetrico o di
colore; i vertici C
1 C
2 C
3 rappresentano i
colori scelti come fondamentali; ciascun punto dei lati, per esempio K,
rappresenta il colore miscela dei due colori fondamentali, corrispondenti ai due
vertici, in dosi inversamente proporzionali alle distanze (C
1K e
C
2K per il punto K). Un punto P interno al triangolo rappresenta un
colore, che viene determinato congiungendo il punto con uno qualunque dei tre
vertici, per esempio C
1, e determinando l'intersezione H con il lato
opposto. Il colore P è allora la miscela (in dosi inversamente
proporzionali alle distanze PC
1 e PH) di C
1e del colore H
miscela di C
2 e C
3. La rappresentazione gode della
proprietà che, date le dosi X, Y di due colori fondamentali, la dose Z
del terzo colore è una funzione nota delle altre due secondo la relazione
X + Y + Z = costante. Alle grandezze X, Y, Z, si dà più
propriamente il nome di coordinate colorimetriche o tricromatiche. Nel sistema
che si basa sul triangolo R.G.B. i campioni colorimetrici che costituiscono i
vertici del triangolo vengono assunti come corrispondenti relativamente alle
radiazioni monocromatiche di lunghezza
d'onda:

= 7.000 Å, 1
G = 5.441
Å e
lB = 4.358
Å.
Le luminanze sono poi scelte in
modo che quelle del verde e del blu siano nei rapporti 4,5907 e 0,0601 rispetto
a quella del rosso; inoltre il baricentro W del triangolo, per cui le tre
luminanze sono uguali, corrisponde al bianco (detto bianco colorimetrico o
bianco di eguale energia). La curva S rappresenta tutti i colori monocromatici
dello spettro; il lato RB del triangolo per essere privo di bianco è
chiamato linea delle porpore sature. Si può osservare che anche punti
esterni al triangolo possono rappresentare colori reali: per esempio il punto P
rappresenta convenzionalmente il colore che, miscelato con il colore
fondamentale R (rosso) in dosi inversamente proporzionali a RK e KP esterno al
triangolo è negativo. La determinazione delle coordinate tricromatiche di
una data superficie colorata viene effettuata con un metodo di confronto
soggettivo. Illuminando la superficie con una sorgente luminosa normalizzata,
chiamata illuminante, il colore di essa viene confrontato con quello prodotto da
un opportuno colorimetro, dove vengono miscelati i tre colori fondamentali
variando le singole luminanze fino a rendere uguali le percezioni; le luminanze
così ottenute definiscono le coordinate tricromatiche. La misurazione
viene ripetuta da molti soggetti per determinare valori medi significativi. Il
triangolo cromatico più in uso non è però il triangolo
R.G.B., ma quello definito nel 1931 dalla C.I.I. (Commissione Internazionale
dell'Illuminazione), chiamato C.I.E. o triangolo x.y.z. o triangolo
internazionale. In esso l'equazione X + Y + Z = costante; viene specificata
nella x + y + z = 1; poiché solo due coordinate sono indipendenti, esso
può essere riferito a un sistema di due sole coordinate x, y. Nel
triangolo internazionale è risultato conveniente assumere come colori
fondamentali dei colori non reali, di particolari caratteristiche definite da
diagrammi convenzionali normalizzati. È stato poi elaborato un metodo per
calcolare le coordinate tricromatiche x, y, z di una data superficie colorata,
illuminata da un illuminante normalizzato. Tale determinazione è
puramente oggettiva. Il triangolo di colore XYZ, al contrario del triangolo RGB
ha il vantaggio di poter rappresentare tutti i colori reali al suo interno; il
punto W, di coordinate x = y = 0,33, è il bianco di uguale energia; la
curva a campana S e il segmento UV rappresentano i colori spettrali, saturi per
definizione; i segmenti che uniscono W a un punto generico della curva S
rappresentano colori dello stesso tono di saturazione crescente con
l'allontanarsi da W. • Chim. - La misura
dell'intensità del colore si effettua mediante apparecchi (colorimetri)
nei quali la soluzione da analizzare si esamina per confronto con una soluzione
di composizione nota. Per esempio, le soluzioni di permanganato di potassio
presentano un'intensa colorazione violetta: la quantità di permanganato
contenuta in una soluzione da analizzare, può esser determinata misurando
mediante un colorimetro, quale sia lo spessore di tale soluzione che presenta
una colorazione violetta di intensità uguale a quella di uno spessore di
1 cm di una soluzione di permanganato all'1%, preparata quale confronto a
partire da permanganato puro. Naturalmente la soluzione in esame non deve
contenere altre sostanze colorate, la cui presenza ne modificherebbe la
colorazione; inoltre l'intensità della colorazione deve essere
esattamente proporzionale alla concentrazione della soluzione (legge di Lambert
Beer). Le soluzioni delle sostanze di per sè formalmente colorate possono
venir direttamente esaminate. Altre sostanze, incolori o debolmente colorate,
possono venir analizzate trasformandole preventivamente in una sostanza
fortemente colorata.