Apparecchio usato per misurare un numero di parametri di una
qualsiasi radiazione luminosa sufficienti per determinarla univocamente. In
particolare le convenzioni internazionali fissano i tre colori fondamentali, dei
quali è necessario misurare l'intensità affinché ogni
colore sia determinato per luminosità, tono, saturazione. L'uso
più esteso dei
c. si fa nella chimica analitica, sfruttando la
colorazione che certe sostanze hanno in date concentrazioni e in date
condizioni. Il saggio analitico può esser fatto sulla soluzione,
osservata per trasparenza o per riflessione, per confronto con un'altra
soluzione tarata in precedenza con un altro metodo. In questo caso il
c.
si dice
comparatore se permette il confronto diretto del campione da
esaminare e di quello standard. Esempi di applicazione si hanno nel campo delle
bevande alimentari, dei coloranti, e nella determinazione del pH delle
soluzioni, ecc. Recentemente si è sviluppata la parte della chimica
analitica che tratta il riconoscimento fotometrico di ioni, mediante
complessazione con sostanze organiche, che danno Origine a composti ad elevato
potere assorbente. Tale tecnica è però complicata per le numerose
possibili interferenze; più pratica è la determinazione
spettrofotometrica, mediante la quale si risale alla composizione cercata
dall'analisi dello spettro di assorbimento del campione cercato. Questa tecnica
infatti ha maggior precisione e più vasto campo di applicazione in quanto
lo studio dello spettro può, essere esteso anche all'infrarosso e
all'ultravioletto.