Zool. - Ordine di insetti, il secondo per grandezza nel
mondo animale, comprendendo oltre 250.000 specie suddivise in 200 famiglie.
Questi insetti hanno, in genere, forma ovale più o meno allungata; le ali
anteriori, dette
elitre, sono chitinizzate e trasformate in una copertura
rigida sotto la quale vengono riposte le ali posteriori membranose. Questo
apparato rende pesante il volo dei
c. molti dei quali, tra l'altro, non
volano affatto avendo le ali atrofizzate o rudimentali. L'apparato boccale
è del tipo masticatore ed è munito di mandibole molto robuste. Il
tipo di livrea varia da specie a specie; alcune forme sono molto vistose, altre
poco appariscenti. La struttura corporea dei
c. comprende il
prototorace, spesso allungato in un rostro al termine del quale si trova
l'apparato boccale; in esso si trovano gli occhi formati da un numero vario di
ommatidi e, raramente, anche gli
ocelli. Vi si trovano anche le
antenne, pure queste di tipo diverso in rapporto alla specie. Al prototorace
segue il
mesotorace strettamente collegato al
metatorace che,
sulla parte dorsale, porta lo
scutello. Al metatorace è unito
l'
addome formato da dieci
uriti di cui l'ultimo è detto
pigidio. I
c. hanno tre paia di zampe, ordinariamente ambulatorie
e cursorie; talvolta quelle anteriori sono anche fossorie mentre quelle
posteriori possono essere natatorie (ditisco) o saltatorie. La riproduzione
è generalmente anfigonica e la metamorfosi è completa essendo
questi insetti tutti olometaboli. L'ordine dei
c. è suddiviso nei
due sottordini degli
adefagi, caratterizzati da antenne filamentose,
larve asapode con tibia e tarso distinti; e dei
polifagi tipici per le
larve apode o aventi zampe con tarso e tibia fusi insieme; hanno antenne di
forme diverse. Agli adefagi fanno capo i
caraboidei quasi tutti di
costumi predatori e rappresentati da 10 famiglie, compresa quella dei
ditisciai che riunisce varie forme acquatiche. I polifagi si suddividono
in 18 superfamiglie quasi tutte assai numerose e rappresentate da molte specie
di
c. fra le più note, come i
carabi, i
ditiscidi,
gli
stafilinidi, i
lamellicorni (il grosso cervo volante), gli
scarabeidi (scarabeo sacro, i maggiolini), i
buprestidi, i
pirofori (lucciole), i
bostricoidei (tarli, orologio della morte),
i
tenebrioniai, i bellissimi
edemeridi dai colori metallizzati,
ecc. Molte specie di
c. sono dannose perché distruttrici di
vegetali o danneggiatrici del legno o delle derrate alimentari. ║
C.
luminosi: si conoscono oggi 2.000 specie circa di
c. capaci di
emettere una sorta di luminescenza più o meno intensa; appartengono quasi
tutte alla famiglia dei Lampiridi comprendente i generi
Lampyris, Luciola,
Photinus, Pausis, ecc. Tra questi
c. rientrano tutte le cosiddette
"lucciole", delle quali soltanto in Italia sono diffuse una ventina di specie.
Nella maggior parte dei casi gli organi luminosi di cui sono provvisti questi
insetti servono principalmente per il riconoscimento degli individui della
stessa specie oppure del partner per l'accoppiamento. Quelli che provocano il
bagliore sono due organi luminosi, non ancora perfettamente studiati, circondati
da tessuto adiposo e provvisti di nervi e di trachee, che sono situati nella
parte inferiore dell'addome. Essi emettono una luce fredda con lunghezza d'onda
variabile, tra il verde e il rosso, della quale in nessun caso fanno parte
radiazioni ultrarosse o ultraviolette. Nella specie
Lampyris noctiluca,
una delle "lucciole" più comuni anche da noi, la femmina è
incapace di volare e il suo corpo è larviforme; perciò essa rimane
a terra, in mezzo all'erba, ed emette una luce notevolmente intensa che viene
interpretata come un richiamo sessuale. Essa viene riconosciuta dal maschio che
vola, emettendo dei bagliori di luce secondo un certo ritmo, alla ricerca della
propria partner. I maschi della specie americana
Photinus pyratis
lampeggiano ritmicamente durante il volo; è provato che le femmine
rispondono a quel richiamo assai regolarmente con un lampo, a distanza di due
secondi di tempo da quando il maschio ha lanciato il suo. Altri coleotteri del
genere
Photinus diffusi in India volano nella giungla a centinaia e
centinaia di individui e - ciò che ancora non ha avuto una spiegazione -
il loro lampeggiare è perfettamente sincronizzato; quindi tutti gli
individui contemporaneamente si illuminano e interrompono l'emissione di luce.
Un altro lampiride europeo diffuso anche in Italia è il
Phausis
splendidula che emette una luce rossastra. La luminosità di questi
c. è prodotta da una sostanza, detta
luciferina, che viene
portata alla luminescenza per mezzo di un enzima, detto
luciferari,
eccitato mediante impulsi nervosi; tagliando le innervazioni degli organi
luminosi si ebbe, in laboratorio, permanente mancanza di luminosità;
eccitando le stesse con elettricità i lampeggiamenti aumentarono e si
intensificarono. In presenza di una luce esterna, gli organi luminosi degli
insetti sono generalmente inibiti.
Coleotteri: un cervo volante (a sin.) e un maggiolino