Violenza, imposizione. Azione intesa a costringere qualcuno
a compiere qualcosa. • Psicol. - Termine
psichiatrico indicante la tendenza incontrollabile, propria di alcuni ammalati
di nevrosi ossessiva, a ripetere nella mente parole, pensieri, immagini, di cui
non riescono a liberarsi, per quanto si sforzino di farlo. Una forma piuttosto
diffusa è anche la
c. a mangiare che si spiega con la paura
inconscia di soffrire la fame. La
c. a ripetere pensieri, parole e atti,
dipende secondo Freud dall'intima natura degli istinti, e va ricercata nelle
aspirazioni insoddisfatte del bambino piccolo. La forza che spinge a tali azioni
è comunque tale da soverchiare il principio del piacere.