Tutte quelle divisioni che si fanno tra persone o cose della
stessa specie, o condizione, secondo convenzionali distinzioni.
• Mil. - Il contingente dei giovani nati nello
stesso anno e quindi contemporaneamente chiamati sotto le armi. ║
C. di
leva: è quella che nell'anno vien chiamata alle armi.
• Sociol. -
C. sociali. Raggruppamenti
sociali di fatto, ma non di diritto, propri di una società basata su un
sistema giuridicamente egualitario, ma strutturalmente diviso. Una
società cioè nella quale, al momento della nascita, non viene
assegnato ufficialmente all'individuo un determinato "rango". Cioè a
differenza di quanto avviene nel sistema di
casta
(V.) o in quello feudale degli
ordini o
stati, non viene assegnato all'individuo il posto che occuperà per
tutta la vita, indipendentemente dal suo volere e dalle sue capacità
personali. Una società, tuttavia, nella quale l'individuo, al momento
della nascita, neppure viene a trovarsi in una condizione di assoluta
parità con gli altri, come è nel caso di una società
egualitaria. Pertanto, poiché non prevedono necessariamente una
appartenenza per nascita, pur dividendo di fatto la società, le
c.
si presentano come ordinamenti giuridicamente aperti, ma in pratica semi-chiusi.
Intese in questo senso le
c. costituiscono una caratteristica propria
della società capitalistica, così com'è venuta
strutturandosi dopo la Rivoluzione industriale, con l'ammissione
dell'eguaglianza giuridica dei cittadini e quindi l'affermazione legale di una
possibile mobilità sociale, ossia il trasferimento dall'una all'altra
c. Tuttavia, se non si vuol dare alla nozione di
c. una
spiegazione così restrittiva si deve risalire più avanti nel
tempo, sino alle divisioni sociali presenti in certe società antiche,
particolarmente nelle città-stato e nelle successive società
occidentali, generalmente basate su raggruppamenti di tipo chiuso, come gli
ordini e gli stati. Pertanto è solo in conseguenza di quel grande
processo di trasformazione economica che va sotto il nome di Rivoluzione
industriale, che cominciarono a delinearsi le
c. così come oggi le
concepiamo. Dapprima si ebbe la trasformazione del vecchio ordine feudale e la
nascita della
c. dei latifondisti, in conseguenza della recinzione delle
terre e dell'inserimento dei proprietari terrieri in un tipo di economia
monetaria e commerciale. Seguì la formazione della
c. borghese,
costituita da commercianti e artigiani, divenuti capitalisti in seguito allo
sviluppo dei commerci internazionali e dell'industria. Infine, la nascita della
moderna
c. dei salariati, cioè del proletariato, consapevoli di
rappresentare una
c. a sé, per quanto non riconosciuta come tale
dal vecchio ordine che, invece, riconosceva giuridicamente i primi due gruppi.
La nozione di
c. costituisce l'elemento chiave della dottrina marxista,
per l'interpretazione delle tendenze di sviluppo del sistema capitalistico.
Tuttavia, pur essendo presente in tutta l'opera di Marx, non ha trovato in essa
una trattazione specifica ed è usata dallo stesso autore del
Capitale con significati a volte divergenti, soprattutto per quanto
riguarda il numero delle
c. antagonistiche, ferma però restando la
strutturazione degli interessi economici individuali, secondo le divisioni di
c. È chiaro, pertanto, che le
c., in quanto collegate col
funzionamento del sistema economico, costituiscono le categorie attraverso cui
si riflettono i mutamenti sociali. Quanto al numero delle
c. presenti in
una determinata società, diverse sono le valutazioni degli studiosi. Si
passa infatti da una concezione monistica, basata su una visione organica del
corpo sociale, che nega la presenza di
c. chiaramente individuabili e tra
loro separate, a una concezione pluralistica, presente soprattutto nella
sociologia americana, che frazionando la società in un numero
relativamente alto di
c. (bassa, medio-bassa, media, medio-alta, alta,
ecc.), pone l'accento soprattutto sul fenomeno della mobilità sociale.
Dall'altra parte, troviamo una concezione dualistica che si richiama per lo
più a Marx e alla lotta di
c., in una visione dicotomica, secondo
cui le
c. sono essenzialmente due, o tendono a ridursi sempre a due,
cioè quella degli oppressi e quella degli oppressori. La distinzione in
tre o più
c. come abbiamo visto, tende invece a porre l'accento
soprattutto sulla funzione equilibratrice della
c. media. Comunque,
qualunque sia il loro numero, è chiaro che le
c. si definiscono
secondo criteri economici, applicati a categorie come quella di proprietà
e del suo opposto. Secondo quanto rileva il sociologo americano V. Packard,
nella moderna società industriale, le barriere di
c. tenderebbero
a farsi sempre più rigide, mentre si nota una crescente intensificazione
della lotta per il prestigio sociale. Pertanto, nel tentativo di spiegare i
nuovi fenomeni, accanto alla nozione di
c., è andata facendosi
strada quella di
stratificazione sociale e di
status.
Fondamentale, a questo riguardo, è il contributo di Max Weber, cui si
deve l'introduzione della nozione di
status, accanto a quella di
c. Lo
status si applica sulla base di una stratificazione sociale,
non tanto, come nel caso delle
c., in rapporto con la produzione, ma
soprattutto col consumo dei beni prodotti. Lo
status è quindi
particolarmente espressione dello "stile di vita", del successo e del prestigio
sociale. Per quanto anche la nozione di status sia assai complessa, generalmente
viene applicata secondo una distinzione in due grandi categorie:
status
ascritto, dipendente cioè da fattori extrapersonali, come
l'appartenenza a un gruppo razziale, l'origine familiare, ecc.;
status
acquisito, dipendente dalle scelte, dai risultati e dai successi
dell'individuo.
C. e
status tendono spesso a coincidere. Soltanto
nella stratificazione di
c., però, è possibile individuare
i rapporti di potere reale e cogliere gli effetti della disuguaglianza fra le
diverse posizioni individuali e di gruppo nei rapporti sociali. Inoltre, col
diffondersi della produzione e del consumo in massa, mentre gli status,
dipendenti dallo stile di vita (così come viene manifestandosi attraverso
tutta una serie di simboli consumistici: tipo di abbigliamento, di abitazione,
di automobile, di viaggi, ecc.) tendono a livellarsi, lo stesso livellamento non
si riscontra nella stratificazione di
c. Si genera così un doppio
fenomeno. Da un lato, il continuo rinnovamento dei modi e dello stile di vita,
cui è affidata l'indicazione della quota raggiunta da chi è in
ascesa. Dall'altro lato, una maggiore rigidità nelle barriere di
c. che tendono a precludere il vertice a chi non appartiene per nascita
alla ristretta
élite il cui
status risulta strettamente
legato a una indiscussa solidità di potere economico. ║
Lotta di
c. Concetto introdotto da Marx (ma già presente nelle dottrine con
cui gli storici avevano cercato di spiegare la rivoluzione francese), per
indicare un fenomeno caratteristico di ogni società non costituita su
basi di uguaglianza economica, ma divisa in classi che si contendono il
predominio sui mezzi e sulle risorse economiche. Per costituire una "classe", e
quindi una "lotta", non basta però la coincidenza di situazione sociale e
di interessi economici, ma è necessaria l'acquisizione di una "coscienza
di classe", cioè la consapevolezza di costituire una classe in rapporto
antagonistico con un'altra o con altre classi. La storia è pertanto
intessuta di lotte fra classi dominanti e dominate, conservatrici e
rivoluzionarie, degli oppressori e degli oppressi, degli sfruttatori e degli
sfruttati, secondo una linea di demarcazione che divide nettamente coloro che
possiedono i mezzi di produzione da coloro che non li possiedono e li subiscono.
Pertanto, secondo Marx, la rottura del cerchio non si può avere che col
superamento della società dilacerata in classi antagonistiche e con
l'avvento di una società, completamente rinnovata, di uomini liberi ed
eguali che elimini lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, l'oppressione economica,
il dominio di un gruppo sull'altro. Ciò presuppone l'abolizione della
proprietà e del profitto privato e il trasferimento alla
collettività dei mezzi di produzione e delle risorse economiche, per una
gestione nell'interesse collettivo. Una delle tappe fondamentali di questo
evolvere della società è costituita dalla Rivoluzione francese che
libera la classe media dallo sfruttamento delle classi più antiche,
lasciandola però come classe sfruttatrice. La rivoluzione borghese apre
tuttavia la strada alla rivoluzione del proletariato che non solo si è
assunta il compito di eliminare la nuova classe sfruttatrice, ma di completare
il processo, giungendo all'abolizione delle classi.
• Trasp. - Distinzione delle vetture,
scompartimenti o cabine, secondo le maggiori o minori comodità che
offrono, a cui corrispondono prezzi diversi per i viaggi.