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Cistercènse.

(o Cisterciènse). Ordine monastico istituito da San Bernardo di Chiaravalle (1113) il quale, per ricondurre la regola benedettina alla primitiva austerità, fondò nel 1098 il monastero di Cîteaux a Digione, nella Costa d'Oro, fondando poi in tutta Europa numerose comunità (dette anche dei Bernardini), ove i C.(a differenza dei Benedettini, dediti solamente allo studio) si dedicavano anche a lavori di bonifica e agresti (il sistema d'irrigazione delle campagne circostanti l'abbazia c. di Chiaravalle Milanese ne offre mirabile esempio). Cominciò il decadimento dell'ordine, allorché nel 1664 i C. si scissero in Trappisti (osservatori della regola primitiva), in C. propriamente detti e in Foglianti. È da porre in rilievo l'influenza esercitata da quest'ordine monacale nella formazione e nello svolgimento dei principali stili architettonici medioevali: il romanico e il gotico. La potenza e la ricchezza raggiunta dai C., specie in Francia, dettero loro modo di costruire numerose abbazie. Esse, nello schema costruttivo come nei particolari decorativi, rispondevano ad un piano comune, in progressiva evoluzione, cosicché costituirono ovunque motivo d'esempio agli architetti del tempo. Si attribuisce ai C. l'introduzione in Italia dello stile gotico, i cui elementi iniziali si riscontrano nelle abbazie di Fossanova, Casamari, Santa Maria d'Arbona. Grande fu la fortuna del gotico c. anche fuori d'Italia; ne troviamo esempi nelle prime chiese borgognone o in altre assai note a Pontigny o a Fontenay (dove si conserva l'unico complesso monastico c. pervenuto intatto). La loro arte si diffuse anche in Germania (rovine di Eberbach, Erbach), in Gran Bretagna e in Spagna, in Svizzera, Austria, Belgio, Portogallo, fino in Danimarca, in Polonia e nei Paesi Scandinavi. L'ordine dei C. diede alti personaggi alla Chiesa, tra i quali Gregorio VII.