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Circolazióne.

Moto circolare, per lo più ininterrotto, come quello del sangue, dei valori, ecc. • Fisiol. - C. sanguigna. È la funzione che provvede al continuo apporto di materiali nutritizi ai tessuti e agli organi, e all'eliminazione delle sostanze inadatte alla vita. Nell'uomo si compie in 23 secondi. Fu scoperta dal fisiologo inglese W. Harvey, nel 1929. Al centro della funzione circolatoria trovasi un organo cavo e muscoloso: il cuore, che rappresenta l'organo propulsore del sangue. Esso presenta un periodo di attività e uno di riposo: il primo è detto sistole, il secondo diastole. Se osserviamo la c. al momento in cui il sangue perviene al cuore dalle vene cave, vedremo che esso penetra nell'orecchietta destra, che, contraendosi, lo spinge nel sottostante ventricolo, attraverso la valvola tricuspide; di qui il sangue passa nell'arteria polmonare e arriva ai polmoni dove, attraverso le sottilissime pareti delle arterie polmonari, viene a contatto con l'ossigeno dell'aria, di cui si carica, scaricando, nel contempo, l'acido carbonico che contiene. Il sangue, prima rosso scuro o venoso, diventa rosso chiaro o arterioso, cioè atto a far funzionare tutti gli organi del corpo. Lo scambio gassoso dicesi ematosi: quando questa è compiuta, il sangue si avvia nelle vene polmonari, fino ad arrivare all'orecchietta sinistra, la quale si inturgidisce e si contrae, spingendolo ancora nel ventricolo sottostante e aprendo la valvola mitralica. A causa della sistole del ventricolo, il sangue viene spinto ancora con forza nel tubo che ivi si origina, l'arteria aorta: dall'aorta viene poi diffuso in tutto l'organismo. Nella parete interna delle arterie si aprono delle valvole, per dare luogo al passaggio del sangue, e subito di distendono, per impedire alla corrente sanguigna di tornare indietro. Le pareti muscolari del cuore, dopo essersi contratte per spingere il sangue nei vasi, si rilasciano formando così delle cavità che poi accoglieranno di nuovo il sangue proveniente dalle orecchiette. Quando il sangue è arrivato nella più grande arteria, l'aorta, si suddivide per andare ad alimentare le varie parti dell'organismo: per mezzo delle carotidi, si distribuisce alla testa e, per mezzo delle succlavie, si porta agli arti superiori; mediante il tronco celiaco, va ai visceri contenuti nella cavità addominale; mediante le renali, va ai reni; mediante le mesenteriche, va all'intestino e, per mezzo delle iliache e delle femorali, va agli arti inferiori. Queste branche principali si dividono poi in canali sempre più piccoli, in ramificazioni sottilissime simili a quelle di un albero, che prendono il nome di capillari e costituiscono una fittissima rete che attraversa lo spessore dei tessuti costituenti i vari organi del corpo. Nei capillari cessa la pulsazione, a causa della lontananza dal cuore e anche perché le pareti sono costituite da un sottile strato di cellule endoteliali, unite le une alle altre e rafforzate da un poco di connettivo all'esterno. Nei capillari, il sangue cede l'ossigeno ai tessuti, per dar loro la possibilità di produrre e liberare energia; contemporaneamente, però, il sangue assume l'acido carbonico di rifiuto, che danneggerebbe l'organismo, se vi rimanesse troppo a lungo. Lo scambio avviene negli spazi intercellulari. Il sangue, carico di acido carbonico, passa dai capillari nel sistema venoso. I rami venosi sono dapprima piccoli, poi più cospicui, fino a divenire grossi tronchi paralleli a quelli arteriosi; bisogna ricordare, però, che il numero delle vene è di molto superiore a quello delle arterie: abbiamo vene omonime delle arterie e altre, in gran numero, dette superficiali, che decorrono sotto la pelle, come, ad es., nella pianta del piede, nella coscia, nel dorso della mano, nella superficie del braccio, ecc.; di conseguenza è superiore anche il numero delle anastomosi. Le vene, contrariamente alle arterie, hanno le pareti deboli e, da sole, non basterebbero a far procedere il sangue; però sono munite di valvole a forma di ripiegature che, spiegandosi, ostruiscono il lume del canale, impedendo al sangue di tornare indietro e obbligandolo a risalire al cuore. Il sangue percorre tutto il sistema venoso; tutte le vene, superficiali e profonde, si uniscono in corrispondenza della parte superiore del torace e del bacino, formando due grossi tronchi detti vene cave: uno chiamato ascendente, perché risale dal bacino al cuore e riceve, come tributarie, le vene degli arti inferiori, quelle del bacino e dell'addome e il sistema della vena aorta; l'altro tronco dicesi discendente, perché scende dal collo verso il cuore; esso riceve le vene degli arti superiori, della spalla e della testa. Il tronco ascendente e quello discendente vanno a finire nell'orecchietta destra, da cui il sangue affluisce nel ventricolo corrispondente, per ricominciare il suo viaggio. La c. non è unica: si distinguono la grande e la piccola c.: nella prima, il sangue ossigenato, che proviene dai polmoni, si distribuisce a tutti i tessuti e organi; nella seconda, il sangue venoso viene spinto nei polmoni, per abbandonare l'anidride carbonica e caricarsi di ossigeno. Parlasi talvolta di una terza c., quella del fegato: il sangue, che ha bisogno di nutrimento, va negli intestini, dove si carica di elementi nutritizi e li consegna al fegato che li elabora; poi ripassa e li riprende più facilmente assimilabili. Il fattore principale della c. è il cuore, ma non è il solo: grande importanza hanno l'elasticità delle arterie e la respirazione, nonché il sistema nervoso, che controlla e mantiene la c. • Meteor. - C. idrica: insieme dei fenomeni connessi con lo spostamento dell'acqua, sulla Terra. Si compie in superficie o nell'interno. Ad essa sono connessi i fenomeni vitali e tutte le attività umane.
Circolazione sanguigna polmonare