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Circo.

Già presso i Romani s'indicava col termine circus una costruzione scoperta riservata alle corse dei carri. Probabilmente costruito sull'esempio dell'ippodromo dei Greci, aveva forma allungata, quasi ellittica. Si distingueva da altri edifici, come l'anfiteatro, per la presenza di particolari accorgimenti quali i carceres (scuderie), così chiamati perché ospitavano i carri prima dell'inizio della gara. Disposti di fronte alla cavea, costituivano il lato meno obliquo del c. lungo il quale c'erano anche le porte d'accesso dell'arena. In mezzo a questa, e nel senso della lunghezza, sorgeva un muro detto spina, sul quale venivano collocati vari oggetti decorativi (statuette, edicole, obelischi, colonnine, ecc.). Alle due estremità del muro erano collocate le metae, attorno alle quali dovevano girare i concorrenti durante lo svolgimento della gara. Le gradinate per il pubblico sorgevano sui lati maggiori dell'edificio e sull'emiciclo opposto ai carceres; sopra questi erano invece disposte le logge riservate all'imperatore e ai personaggi più importanti. Le manifestazioni (dette appunto circensi o ludi circensi) si tennero ogni anno e furono sospese intorno al VI sec. dopo Cristo. Testimonianza della presenza di tali costruzioni si hanno a Roma (C. Massimo), Milano, Catania, Pozzuoli, Cartagine, Cesarea (in Mauritania), Tarragona, Toledo e Sagunto (in Spagna), Vienna e Arles (in Francia). Nell'accezione moderna, col termine c. (o più comunemente c. equestre) s'indica un complesso ambulante costituito da funamboli, domatori, giocolieri e acrobati, i quali si cimentano in difficili e a volte pericolosi esercizi di abilità all'interno di uno spazio delimitato e chiuso da un'ampio telone circolare. Il c. equestre nacque verso il XVII sec. ma la sua diffusione si ebbe a partire dalla seconda metà del XVIII sec., allorquando l'inglese Astley diede vita ad una prima compagnia di artisti, cavalerizzi e saltimbanchi provenienti soprattutto dall'Italia del Nord (famose le famiglie dei Zanetti e dei Chiarini), che si esibivano in un maneggio all'aperto di forma rettangolare, munito di una pista circolare. Successivamente la costruzione, in un primo tempo di legno e con pianta stabile, fu arricchita mediante l'introduzione di un palcoscenico, dove s'improvvisavano spettacoli molti simili alle pantomime. Sull'esempio di Astley si mossero l'italiano Franconi, che verso il 1840 fondò a Parigi il c. Olimpico, i figli di questo Laurent e Victor, che costituirono lo Hippodrome, il francese Déjean, creatore del c. dei Campi Elisi, M. Hinné, fondatore dei c. di Mosca e Pietroburgo, il tedesco Renz e l'austriaco C. de Bach, che diede vita al famoso Circus Gymnasticus. Attorno alla metà del XIX sec. si fa strada una tendenza che dà maggiore impulso alle esibizioni acrobatiche e cavallerizze, trascurando la recita delle pantomime. In questo stesso periodo, e sempre in Inghilterra, compaiono i tendoni. Questi, in un primo tempo usati solo per i piccoli spettacoli fieristici, vengono ora muniti di lunghe gradinate e grandi scuderie, e hanno fra l'altro caratteristiche di estrema funzionalità che rendono possibili e relativamente facili i celeri trasferimenti del c. che diventa ambulante. Nasce in questo periodo il prestigioso c. statunitense Barnum, dotato di tre piste al quale succederà il Barnum-Bailey, e poi ancora quelli tedeschi P. Busch e A. Schumann. Dai primi del Novecento vengono introdotti nel c. ambulante (detto anche c. serraglio) spettacoli con bestie feroci e ogni sorta di animali esotici. Fra i c. stabili e ambulanti ancora oggi esistenti si ricordano: Amar, Rancy, Spessardy-Pinder, Médrano e d'Hiver (in Francia); Hagenbeck e Krone (in Germania); Price (a Madrid); Chipperfielde e Smart (in Inghilterra); Knie(in Svizzera); J. Ringling (negli Stati Uniti); Togni e Orfei(in Italia). Fra coloro che per le loro opere trassero ispirazione dalla vita del c. si ricordano: Toulouse-Lautrec, Auguste Renoir e Picasso (fra i pittori); C. Vernet (fra i poeti); Charlie Chaplin (fra i registi); Hermann Bang (fra gli scrittori).