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Tshome;, Moïse Kapenda). Uomo
politico congolese. Eletto presidente della provincia del Katanga nel giungo
1960, l'11 luglio successivo ne proclamò la secessione dal governo
centrale congolese. Questa situazione di guerra intestina sconvolse per oltre
due anni la giovane nazione africana, con episodi di lotta resi particolarmente
efferati dall'intervento di mercenari bianchi (i cosiddetti
Affreux, "i
raccapriccianti"), assoldati da
C. con l'appoggio di alcune potenze
europee interessate a mantenere un controllo diretto sulle ricche miniere della
regione. L'intervento dell'ONU, che costò la vita allo stesso segretario
generale Dag Hammarskjöld, pose fine alla secessione, costringendo
C. a riparare in Francia e poi in Spagna. Richiamato in patria nel 1964
dal presidente della Repubblica Kasavubu, con l'incarico di formare un nuovo
governo nazionale,
C. fu definitivamente allontanato nell'ottobre del
1965, e sostituito da Kimba, e poi da Mobutu. Arrestato nel 1967 a bordo del suo
aereo dirottato in territorio algerino, venne trattenuto in prigione ad Algeri e
vi morì prima che le autorità congolesi (che nel frattempo lo
avevano condannato a morte in contumacia) ne ottenessero l'estradizione
(Masumba, Katanga 1919 - Algeri 1969).