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Cilìcia.

Antica regione dell'Anatolia sud-orientale, corrispondente alle attuali province turche di Adana, Ieel e Maras. Grande era la diversità tra una zona e l'altra, soprattutto tra la parte orientale, pianeggiante e fertile, e quella occidentale montuosa e impervia, detta dai latini C. aspra. Confinava a Nord con la Licaonia e la Cappadocia, a Sud col Mediterraneo, a Ovest con la Panfilia e la Pisidia e a Est con la Siria. I centri di maggiore importanza erano: Tarso (patria di San Paolo), Adana, Mersina, Selinunte, Seleucia, Isso. • St. - Abitata da antiche popolazioni anatoliche, la C. è già menzionata dai testi geroglifici e ricordata da Omero come patria di Andromaca, moglie del troiano Ettore. Il processo di ellenizzazione ebbe inizio con Alessandro Magno, proseguendo sotto i suoi successori. Dopo essere stata per qualche tempo sotto la dominazione siriana (Seleucidi), la parte costiera del territorio (C. Trachea), ospitò basi piratesche. Per mettere fine alle incursioni dei pirati cilici, i Romani occuparono la regione, divenuta provincia romana nel 102 a.C., senza però che la pirateria potesse essere del tutto debellata. Donata da Antonio, insieme a Cipro, a Cleopatra, ritornò poi sotto l'Impero romano e fu riordinata amministrativamente da Augusto che riunì la parte orientale alla Siria e quella occidentale alla Galizia. Sotto Costantino e sotto Arcadio, fu divisa in tre province: Prima, Secunda e Isauria, rispettivamente con capitale Tarso, Anazarba e Seleucia. Entrata a far parte dell'Impero bizantino nel 710, subì l'invasione degli arabi contro cui, per alcuni secoli, costituì un bastione bizantino. Nell'XI sec. vi si insediò una colonna di Armeni guidati dal principe Rupen. Questo piccolo Stato cristiano dei Rupendi di C. durò tre secoli, svolgendo una funzione di avamposto dell'Impero bizantino sia contro i Musulmani che contro i Crociati. Nel 1199 il rupenide Leone II si faceva incoronare re di Tarso; il suo regno segnò l'apogeo dello Stato armeno di C., mentre il restante territorio veniva conquistato dal turco selgiuchide Alp Arsiàn. Quanto al regno armeno, re Herthum (1226-1270) riuscì a risparmiarlo dalle devastazioni dei Mongoli, conducendo nei loro confronti un'abile politica di buon vicinato. Lotte intestine fra fautori e avversari della Chiesa di Roma portarono tuttavia nel secolo successivo all'indebolimento del piccolo regno che nel 1342 era passato ai Lusignano di Cipro, scatenando nuove lotte conclusesi nel 1382 con la fine del regno armeno e l'insediamento dei Mamelucchi siro-egiziani.