Personaggio fiorentino, messo da Dante nel terzo cerchio
dell'
Inferno (Canto VI) tra i golosi. Alcuni hanno voluto identificarlo
con
C. dell'Anguillara di cui il Boccaccio dice: "co' gentili uomini e
ricchi... da' quali se chiamato era a mangiare, v'andava, e similmente se
invitato non era, esso medesimo s'invitava". Ma non si hanno notizie sicure per
cui è ragionevole pensare che
C. sia semplicemente nome di persona
senza precisi riferimenti, abbreviazione di Giacomo e Jacopo usata a Firenze
forse sul modello del francese Jacques.