(dal greco
cheír: mano, e
manteía: divinazione). Arte divinatoria, consistente nella
"lettura" della mano. Compito della
c. è quello di individuare i
significati segreti della forma delle mani e delle linee del palmo. L'esame si
effettua sui rilievi e sulle linee del palmo della mano sinistra. Tali rilievi,
detti "monti" hanno nomi di pianeti: alla base del pollice viene situato il
"monte di Venere", indicante la vitalità e la sensualità; sotto
l'indice si colloca il "monte di Giove" che indica l'ambizione (anche la
lunghezza del dito indica l'ambizione e la volontà di comando: un indice
molto lungo è detto "indice di Napoleone"); sotto il dito medio si
colloca il "monte di Saturno", indicante la sobrietà, la serietà e
la praticità; sotto l'anulare vi è il "monte di Apollo" rivelatore
di tendenze artistiche, mentre il "monte di Mercurio", posto alla base del
mignolo, indica l'astuzia e le capacità dialettiche e oratorie. Una
notevole importanza viene attribuita alle linee che attraversano i "monti": un
significato positivo avrebbero le linee verticali, mentre quelle orizzontali
indicherebbero ostacoli. Una particolare attenzione viene dedicata alla "linea
della vita" che circonda e delimita il "monte di Venere" indicativa del
temperamento e della vitalità; alla "linea della testa" che attraversa il
centro della mano orizzontalmente, congiungendosi spesso con la linea della
vita, rivelatrice del modo di pensare, delle attitudini intellettuali, ecc.;
alla "linea del cuore", sovrastante quella della testa e in alcuni casi unita ad
essa in un'unica linea, indicativa della disponibilità sentimentale e del
comportamento affettivo; alla "linea del destino", non presente in tutte le
mani, che attraversa verticalmente il centro della mano, indicativa del successo
della persona; alla "linea dell'intuizione" che attraversa l'area tra il medio e
il mignolo, detta "monte della luna". Le interruzioni poste sulle varie linee
vengono interpretate come segni di difficoltà.
• St. - La lettura della mano ha una tradizione
antichissima, testimoniata dal rinvenimento in caverne di impronte di mani
ottenute con pigmento nero e contornate di rosso. Con ogni probabilità la
c. ebbe inizio in India da dove si diffuse in tutto l'Oriente e in Asia
Minore, giungendo poi in Europa. Troviamo la pratica della
c. già
diffusa tre millenni prima di Cristo tra i sacerdoti della regione posta tra i
fiumi Tigri e Eufrate, strettamente connessa all'astrologia (ancor oggi, come si
è detto, le varie zone del palmo della mano vengono indicate col nome di
un pianeta). Anche la
c. indiana era strettamente collegata allo studio
degli astri, considerati i regolatori del destino umano. Nell'India antica la
lettura delle mani era associata a quella dei piedi e di tutte le membra del
corpo. Secondo la tradizione, Buddha portava alla nascita sui piedi i segni che
consentirono ai saggi di predirne la grandezza. Come per gli altri segni o
auspici, i contrassegni della mano fuori dall'ordinario assumevano il
significato di qualcosa di rilevante per il bene e per il male: la linea
interrotta significava il negativo, quella ininterrotta il positivo. Così
anche per i disegni che formano le linee della mano, alcuni venivano
interpretati positivamente, altri negativamente: il cerchio indicava
creatività, il quadrato protezione, il triangolo fortuna, ecc. Tra i
primi ad occuparsi di
c. con intenti scientifici figura Aristotele, che
trattò di
c. in una più ampia opera di fisionomica
dell'intero corpo. Gran parte di ciò che egli scrisse su questo tema
è però andata perduta e rimangono solo frammenti in cui si occupa
della fisionomica (forma, colore, tessuti) della mano. Della fisionomica delle
mani si occuparono gli antichi medici, tra cui Galeno, e a cominciare dal XII
sec. furono scritti vari trattati sulle linee e i segni delle mani, mentre la
c. veniva praticata soprattutto dagli zingari, e le leggi promulgate nel
XV sec. contro di loro resero illegale la
c. in vari Paesi. Nel corso del
Rinascimento, tuttavia, la
c. andò facendosi sempre più
popolare e ad essa cominciarono ad interessarsi vari studiosi, tra cui
Paracelso. Egli incluse la
c. tra le scienze, indicandola come la madre
delle arti. Paracelso associava la lettura della mano con l'astrologia e credeva
che la mano rivelasse le segnature astrali. Tra i testi sulla
c.
pubblicati nel XVI e XVII sec. occupa un posto di rilievo quello di Johannes
Praetorius. Nelle università di Lipsia e di Halte, a partire dal 1650 e
per circa un secolo la chirologia figurò tra le materie di studio. La
cultura razionalistica del Settecento riservò un trattamento sprezzante
alla
c., come all'astrologia. Essa continuò tuttavia ad essere
praticata e all'inizio del secolo successivo tra coloro che non disdegnavano la
consulenza dei chiromanti figurava lo stesso Napoleone. Molto stimato fu, nella
seconda metà del XIX sec. A. Desbarrolles, considerato il fondatore della
moderna
c. Parallelamente si svolgevano ricerche scientifiche che
portavano studiosi a occuparsi di impronte digitali, studiando su di esse
l'ereditarietà e le variazioni razziali. Di
c. si interessò
anche C. G. Jung che scrisse una prefazione per lo psico-chirologo J. Spier,
interessato sia al sistema europeo che a quello indiano (secondo una concezione
indiana la mano fornisce la chiave delle precedenti incarnazioni) e affermava
che le mani rivelano il carattere dei nostri antenati.