Composto chimico avente due carboni chetonici inseriti in un anello aromatico.
Si potrebbero considerare in teoria dei
dichetoni ciclici, ma in pratica
il loro comportamento è tanto diverso dai dichetoni aciclici che vengono
considerati una classe di composti diversi. Questi composti sono estremamente
numerosi e moltissimi di essi hanno una grande importanza anche industriale
soprattutto come coloranti o basi per la preparazione di sostanze coloranti.
Già di per sé presentano un colore intenso nello spettro che va
dal giallo al rosso in quanto la presenza dei due gruppi chetonici sull'anello
aromatico ne modifica profondamente la struttura e li rende un gruppo fortemente
cromoforo. Il loro nome deriva dal fatto che il termine più importante
della classe, il
para-benzochinone o
para-c. o semplicemente
c., fu ottenuto per la prima volta dal Vorokresenski nel 1838 per
ossidazione dell'
acido chinico, un acido tetraossi-cicloesan-carbossilico
molto diffuso nel regno vegetale. ║
Nomenclatura. I due
c.
più importanti sono anche i più semplici e precisamente il
para-c. o
parabenzochinone o semplicemente
c. e
l'
orto-c. od
orto-benzochinone. Essi hanno
formula:
Non esiste l'isomero
meta. Per i
c. non esiste una
nomenclatura ufficiale generalmente accettata; si utilizzano invece i nomi dati
tradizionalmente ai vari composti. ║
Preparazioni. Il
para-c. si prepara per ossidazione di composti bisostituiti sull'anello
benzenico, quali il p-difenolo (o idrochinone), il paraamminofenolo, il
paradiamminobenzolo e così via. La preparazione industriale si fa invece
a partire da anilina, che viene ossidata mediante bicromato potassico e acido
solforico oppure con biossido di manganese e sempre acido solforico. Un metodo
più recente l'ottiene a partire dal diidroperossido di
para-di-isopropilbenzene ottenuto ossidando con aria questo idrocarburo che a
sua volta è preparato per alchilazione del benzene. La reazione è
simile a quella che si conduce con
cumene per preparare il fenolo,
senonché la sostituzione per alchilazione è fatta su due punti (in
para) dell'anello benzenico. L'
orto-c. si può preparare per
ossidazione controllata (ad es. con ossido di argento in soluzione eterea)
dell'
orto-difenolo o
pirocatechina o
catecolo; la reazione
se non è ben controllata procede con apertura dell'anello. Gli altri
c. vengono pure preparati con metodi particolari. ║
Proprietà. Caratteristica dei
c. è una
reattività molto elevata che tuttavia si accompagna ad un'elevata
stabilità dovuta al fatto che gli orbitali che formano i doppi legami
carbonilici sono in posizione coniugata con gli altri doppi legami dell'anello e
quindi si ha una delocalizzaztone di tali orbitali su tutta la molecola, con
effetto stabilizzante. L'energia di risonanza misurata per questa
stabilizzazione ammonta a 20 kcal/mole cioè ad un po' più della
metà di quella del benzene. Per molto tempo è stata discussa la
possibilità che la struttura dei due
c. citati presentasse un
anello con tre insaturazioni e i due ossigeni formanti un ponte di tipo
perossidico fra due atomi di carbonio. Oggi è accertata la struttura
chinonica sia in base alle reazione che essi presentano (tipiche di un carbonile
chetonico) sia per il fatto che l'anello presenta due insaturazioni (o meglio
un'insaturazione distribuita equivalente a due doppi legami) sia perché
sono possibili molte sintesi di
c. o loro derivati (si veda ad es. quella
del diametil-
c. o xilochinone a partire dal diacetile, alla voce
dichetoni). Come si è detto il comportamento dei
c.
è molto diverso da quello dell'anello benzenico non sostituito o
sostituito con altri gruppi. Si può vedere come le formule limiti stabili
presentino tutte una carica parziale negativa sugli atomi di ossigeno e di
conseguenza cariche parziali positive sui quattro atomi di carbonio non
carbonilico dell'anello. Ciò comporta subito una differenza sostanziale
dei
c. rispetto agli altri derivati del benzene: mentre in questi
l'attacco all'anello insaturo avviene ad opera di agenti elettrofili (in quanto
il nucleo benzenico, ricco di elettroni, è nucleofilo) nei
c.
l'attacco sull'anello avviene ad opera di agenti nucleofili in quanto il nucleo,
avendo cariche parziali positive, è elettrofilo. Ad esempio sui
c.
sono possibili molte reazioni di attacco ad opera di agenti nucleofili che non
sono possibili sul benzene; citiamo come esempio le reazioni con anilina, con
gli alcoli (catalizzate da cloruro di zinco), con anidride acetica (acetilazione
sull'anello, catalizzata da acido solforico), e così via. Quest'ultima
reazione porta in un primo tempo a monoacetilidrochinone e, se condotta
più a lungo e in condizioni più energiche, al triacetil-benzene
asimmetrico. Le due reazioni successive si possono scrivere
così:
Si è omessa l'indicazione dell'anidride acetica, che è
l'agente acetilante. La risonanza citata che dà dei legami coniugati su
tutta la molecola è anche confermata dal fatto che, in condizioni
opportune, i
c. mostrano l'addizione in 1,4 proprio come i classici
sistemi coniugati. Ad esempio la somma di acido cloridrico avviene proprio con
questo schema, come mostra la seguente reazione:
A sua volta il cloro-idrochinone può essere ossidato a
cloro-
c.; da questo si possono poi avere vari prodotti sostituendo il
cloro con altri gruppi funzionali. L'addizione di acido cloridrico può
anche essere ripetuta: il secondo atomo di cloro si posiziona in para al primo.
Eseguendo un'altra ossidazione e poi ancora due volte lo stesso ciclo di
addizione e ossidazione si può operare la sostituzione di tutti gli atomi
di idrogeno del
c. con altrettanti atomi di cloro, pervenendo al composto
di formula
che è detto
tetracloro-chinone o
cloranile, e
presenta qualche interesse per la preparazione di medicinali ed erbicidi. Questo
stesso composto si può però ottenere anche più facilmente
per lungo riscaldamento di vari composti aromatici (quali fenolo, anilina,
parafenilendiammina, ecc.) con clorato potassico KclO
3. Il
para-c. ha peso molecolare 108,09 e si presenta come un solido
cristallizzato nel sistema monoclino in piccoli aghi gialli che danno
densità 1,318 g/ml a 20 °C. Fonde a 115,7 °C e non bolle ma
sublima. I suoi vapori hanno un caratteristico odore pungente. È poco
solubile in acqua, specialmente a freddo, ben solubile in alcool ed etere
etilici. È utilizzato in conceria e come base per sintesi di prodotti
complessi. Si comporta come ossidante, tendendo a ridursi ad idro-
c. in
opportune condizioni la reazione è in equilibrio, tanto che può
essere sfruttata per la misura della concentrazione di idrogenioni, cioè
del pH (
elettrodo ad idrochinone). Il suo isomero
orto-c. ha molto
meno importanza; si presenta solido in scaglie rosse che fondono a 60÷70
°C. Per tutti e due un'ossidazione abbastanza energica provoca l'apertura
dell'anello; nel caso del para-
c. si ha ad es. formazione di acido
maleico. ║
Derivati del para-c. Esaminiamo alcuni fra i più
importanti derivati del para-
c., trascurando completamente quelli
dell'orto-
c. che hanno importanza esclusivamente teorica. Il
cloranile è già stato citato. Aggiungiamo che si presenta
in lamelle gialle che fondono a circa 290 °C e manifesta proprietà
ossidanti. Ossidato a sua volta, ad esempio con cloro, dà, se in presenza
di acqua, acido dicloro-maleico più tetracloro-etano simmetrico. Il
chinidrone non è un vero composto derivato dal para-
c. ma
è il derivato di un'associazione dovuta a legame di idrogeno fra una
molecola di p-
c. e una di idro-
c. Potremo quindi scrivere la sua
formula nel seguente modo:
Si può preparare molto facilmente mescolando quantità
equimolecolari di
c. e di idro-
c.; si produce anche nella reazione
di ossidazione dell'idrochinone a
c. Si presenta come un solido color
verde molto cupo che fonde a 171 °C. È utilizzato in soluzione per
l'
elettrodo a idrochinone o
a chinidrone; infatti un elettrodo
immerso in una soluzione satura di chinidrone fornisce una tensione che è
proporzionale al pH della soluzione stessa. Per trattamento del
c. con
idrossilamina in ambiente acido si ha formazione di
chinonossime; secondo
le condizioni di lavoro si può avere l'uno e l'altro dei due prodotti
seguenti
È da notare che questa reazione avviene solo in ambiente
acido; in ambiente basico si avrebbe invece ossidazione dell'idrossilammina ad
opera del
c. che si ridurrebbe ad idrochinone. La monossima è
presente in soluzione acquosa solo parzialmente come tale, in quanto è
in equilibrio tautomerico con il suo isomero para-nitrosofenolo, secondo
la reazione:
La chinon-monossima è utilizzata come intermedio per sintesi.
Analogamente alle chinon-ossime si possono preparare le
chinon-immine:
queste hanno formula
e si ottengono rispettivamente per ossidazione blanda (ad es. con
ossido di argento Ag
2O) del para-amminofenolo e della
para-fenilen-diammina. Questi composti hanno un comportamento basico: ad es. per
somma di acidi salificano; danno anche la sostituzione dell'idrogeno imminico
con radicali alchilici o acilici. Se invece l'idrogeno è sostituito da un
radicale alchilico o acrilico, come nella
fenil-chinon-monoimmina, si ha
esclusivamente salificazione con formazione dei cosiddetti sali di immonio. La
fenil-chinon-monoimmina
hanno una notevole importanza pratica in quanto sono le basi di
partenza per la preparazione rispettivamente dei coloranti tipo
indofenoli e di quelli tipo
indammine. Essi stessi d'altra parte
sono già dei coloranti, ma non abbastanza stabili da potersi adoperare
con successo. Inoltre è bene ricordare che anche fra i pigmenti naturali
i composti chinonici sono di grandissima diffusione. I coloranti chinonici sono
prodotti di grande interesse industriale; lo stesso dicasi dei coloranti
antrachinonici. Si è detto infatti prima che i
c. sono composti
aromatici che presentano due gruppi chetonici in un anello aromatico; questo non
è necessariamente isolato ma può essere condensato con altri
anelli in sostanze monocicliche. Ad esempio dall'
antracene è
possibile pensare derivino ben 6
c. caratterizzati da una diversa
posizione dei due carbonili; in pratica sono stabili solo 3 di questi 6
c. e precisamente quelli che hanno i carbonili nelle posizioni 1,2 o 1,4
oppure 9,10. L'
antrachinone è appunto quest'ultimo, onde ha
formula:
Da esso deriva una vastissima serie di sostanze che sono
importantissimi coloranti. Come dall'antracene si ha l'antrachinone, che
è il
c. derivato con carbonili in posizione 9,10, così dal
fenantrene derivano diversi
c., il più importante dei quali
è il
fenantrachinone. Anche questo composto ha notevole importanza
industriale, seppure meno usato rispetto all'antrachinone. È un solido di
colore arancio che fonde a 207 °C. Si prepara per condensazione benzoinica
(da aldeidi aromatiche e cianuro sodico, in soluzione alcoolica) e ha in parte
le proprietà degli α-dichetoni, in quanto subisce la trasposizione
benzilica sotto la catalisi di alcali. Oltre ai numerosissimi coloranti
chinonici, trattati dalle voci citate, è opportuno ricordarne uno che
è in generale classificato fra i derivati della fenazina, ed è in
un certo senso un polichinone. Si tratta del cosiddetto
nero di anilina,
che secondo le visioni moderne più accreditate ha una struttura del
tipo:
Fra i coloranti chinonici, cioè derivati dal naftochinone,
antrachinone e loro derivati sostituiti ricordiamo l'antromentina, la
muscarufina, l'alizarina, la purpurina, la flavopurpurina, l'antrapurpurina, gli
azzurri di alizarina, gli azzurri antracene, il giallo indantrene, il bordeaux
indantrene, il giallo algolo B, i rossi indantrene, l'antrimmina, i verdi
indantreni, l'antantrone, il benzantrone e così via. Tutti questi
prodotti hanno o hanno avuto applicazioni pratiche come sostanze coloranti.
Ricordiamo infine che alcuni
c. svolgono un'importante funzione
biologica: ad esempio sono
c. le
vitamine del gruppo K o
fillochinoni. Si tratta di diverse sostanze, aventi formula
generale:
in cui R― è un radicale alchilico monovalente. Se per
R― si considera il gruppo
si ha la
vitamina H o fillochinone presente nell'erba medica e
in molte altre piante verdi. Se per R― si intende il
gruppo
si ha la
vitamina K2 estraibile dalla farina di
pesce putrido. Se per R― s'intende semplicemente un atomo di idrogeno si
ha il
menadione, una sostanza che manifesta ancora proprietà di
vitamina K. Anche il
2-metil-1,4-naftochinone presenta una discreta
attività analoga a quella delle vitamine del gruppo K (aumento del tenore
di protrombina nel sangue ecc.) ed è per questo utilizzato come prodotto
terapeutico che il corpo poi trasforma in vitamina K
1 K
2.
Più sovente però si impiega un suo derivato (prodotto per sintesi)
quale ad esempio l'estere succinico dell'idro-
c. corrispondente, ossia un
composto tipo
che è il
è-metil-1,4-disuccinil-naftoidrochinone
il quale manifesta un comportamento attivo in tutti i casi di carenza di
protrombina, onde può sostituire vantaggiosamente la vitamina K
(cioè K
1 K
2) che è più difficile da
preparare sia per sintesi che per estrazione da vegetali (spinaci, cavoli, erbe,
ecc.) ed è difficile da conservare in quanto sensibilissima al calore e
alla luce.