Elemento chimico di numero atomico 55, peso atomico 132,9054
e simbolo Cs. Nella tavola periodica degli elementi si colloca nel primo gruppo,
sottogruppo A, cioè fra i
metalli alcalini. Esso rappresenta il
termine più pesante fra questi, dato che è l'omologo superiore del
rubidio e quindi anche del potassio e del sodio; l'ultimo termine dei metalli
alcalini, il francio, non presenta infatti isotopi stabili. La sua scoperta
risale al 1860, anno in cui R. Bunsen e G. Kirchhoff lo trovarono per via
spettroscopica; allo stato puro fu isolato solo nel 1881 ad opera di Settemberg,
che lo produsse per elettrolisi del cianuro fuso. ║
Stato naturale:
il
c. non esiste in natura allo stato libero ma solo in forma di
composti; è un elemento alquanto raro nella crosta terrestre, della quale
costituisce solo il 6,5 · 10
-4%. La sua abbondanza è
dell'ordine di quella del berillio, dello scondio, dell'arsenico, del germanio,
di varie terre rare, dell'afnio, del tantalio e così via; è circa
doppia di quella dell'uranio, ma circa metà di quella del plutonio. Il
c. non presenta minerali suoi propri, ad eccezione della
pollucite, un silicato di formula approssimativa 2AL
2O
3
· 2Cs
2O · 9SiO
2 · H
2O che
è alquanto raro e si trova in giacimenti in Italia (nell'Isola d'Elba) e
negli Stati Uniti (Manitoba, nel Mine e Black Hills, nel South Dakota). La
maggiore fonte però sono le sabbie contenenti una particolare mica, la
lepidolite, (silicato di alluminio, litio e potassio), e particolarmente
quella del Sudafrica; queste vengono sottoposte a lavorazione per produrre del
carbonato di potassio e forniscono come sottoprodotto anche del carbonato di
c. in ragione di una parte di sale di
c. per ogni 35 di sale di
potassio che, per differenza di peso molecolare, comporta la presenza di una
parte in peso di
c. metallo ogni 24 parti di potassio metallico circa.
Dalla pollucite invece il
c. viene separato per via chimica,
solubilizzando dapprima come cloruro per trattamento con acido cloridrico e poi
precipitando un cloruro doppio di
c. e piombo o antinomio;
successivamente questo cloruro doppio viene idrolizzato e si ottiene il cloruro
CsCl in soluzione, dalla quale si recupera per evaporazione. ║
Preparazione: per la produzione di
c. allo stato metallico
esistono due vie principali: 1) dal suo carbonato Cs
2CO
3,
per riduzione con calcio e magnesio metallici ad alta temperatura, sotto vuoto o
in ambiente di idrogeno; il
c. che si libera distilla e viene condensato
su una parete fredda; 2) per elettrolisi del suo cloruro fuso, addizionato con
altri sali per abbassarne il punto di fusione. Il
c. però ha
impieghi per ora molto limitati, per cui la produzione è dell'ordine
della tonnellata per anno in tutto il mondo e viene condotta su piccolissima
scala. ║
Proprietà fisiche: il
c., si presenta come
un metallo argenteo, assai molle (è il più molle fra tutti i
metalli: a temperatura ambiente ha la consistenza della cera d'api). Ha peso
specifico 1,903 g/cm
3 a 0 °C fonde a 28,7 °C e bolle a 690
°C; è cristallizzato nel sistema cubico a facce centrate, come gli
altri metalli alcalini. Ha una bassa conducibilità termica e elettrica,
per la prima non si hanno dati numerici mentre la seconda ammonta a 0,080
microohm
-1. È comunque adatto ad essere impiegato come fluido
per il trasferimento del calore, allo stato liquido o di vapore. La sua
elettronegatività è la più bassa in tutti gli elementi: 0,7
nella scala Pauling. Ha un raggio atomico molto elevato (2,67 Å) mentre lo
ione Cs
+ ha un raggio ionico abbastanza basso (1,69 Å). Questo
fa supporre un basso legame fra il nucleo e l'elettrone contenuto nello strato
più esterno (orbitale 6
s) e quindi una bassa energia di prima
ionizzazione: si trova infatti sperimentalmente il valore di 90 kcal per g-mole,
più basso che per ogni altro elemento. Per questo motivo il
c.
può essere impiegato per generare dei plasmi a temperature relativamente
basse (ad es. nei razzi a propulsione ionica) oppure nella produzione di
convertitori termionici per la trasformazione diretta del calore in
elettricità. Il
c. presenta un solo isotopo stabile, il
133Cs, che ha massa nuclidica 132,905090; diversi i suoi isotopi
radioattivi sono stati trovati nei residui di reazioni nucelari di fissione
oppure preparati artificialmente. Fra questi ultimi è il
137Cs
che ha un periodo (tempo che impiega una massa di isotopo a trasformarsi per
metà per decadimento radioattivo) di 30 anni e viene usato nella terapia
del cancro in sostituzione del cobalto-60. ║
Precauzioni: il
c. è un elemento molto reattivo per cui si devono prendere nel suo
maneggio tutte le precauzioni necessarie per i metalli alcalini più
attivi, come il potassio e il rubidio. All'aria si ossida rapidamente, bruciando
anche senza che venga riscaldato (alla presenza di piccole concentrazioni di
ossido nel metallo è dovuto, a volte, il suo colore, tendente al bronzo).
Se si trova in presenza di poco ossigeno, come ad es. in un recipiente mal
chiuso, può ossidarsi lentamente, formando ossidi superiori che esplodono
poi violentemente al minimo sfregamento o urto. Gli incendi di
c. vanno
spenti impiegando sabbia asciutta; non sono utilizzabili i comuni prodotti
antincendio(coi quali reagisce)e tanto meno l'acqua con la quale si combina in
modo esplosivo. Va quindi conservato in recipienti ben chiusi, sotto gas inerte
o uno strato di idrocarburo saturo e perfettamente anidro. Il floruro di
c. CsF è estremamente tossico, per cui il maneggio dei composti di
c. deve essere fatto con precauzione. ║
Proprietà
chimiche: il
c. è un elemento estremamente reattivo, come
tutti i metalli alcalini e ancor di più; esso infatti si può
combinare anche con l'azoto a dare un nitruro. In presenza di acqua, anche
contenuta nell'atmosfera come umidità, dà la reazione di
formazione del suo idrossido:

fortemente isotermica per cui
l'idrogeno liberato si incendia rapidamente con un'esplosione. La reazione
avviene anche a temperature estremamente basse. Reagisce con l'acetilene dando
acetiluri, con l'ammoniaca dando la cesioamide, con lo zolfo dando monosolfuro
Cs
2S e polisolfuri (Cs
2S
2,
Cs
2S
3 e Cs
2S
5) e con gli alogeni
dando alogenuri e dei polialogenuri. I suoi sali sono isomorfi con i
corrispondenti sali di potassio ma quando questi sono poco solubili, quelli di
c. lo sono ancor meno. Con molti prodotti organici reagisce come il
potassio, ma con maggiore vivacità. Con l'ossigeno forma gli ossidi
Cs
2O, Cs
2O
2, Cs
2O
4 e
Cs
2O
6. Il suo carbonato presenta la caratteristica di
essere alquanto solubile in alcool etilico (111 g per litro a 19 °C) a
differenza di quelli degli altri metalli alcalini; questo fatto viene sfruttato
nell'isolamento del
c. da potassio e rubidio. ║
Usi: il
c. metallico ha per ora applicazioni limitate, fra le quali citiamo le
principali: 1) come
getter, cioè sostanza assorbente di gas, per
tubi a vuoto: all'atto della chiusura se ne introduce una piccola
quantità che assorbe i gas residui, migliorando il funzionamento del
dispositivo; 2) come elemento che cede facilmente elettroni in apparati quali
fotomoltiplicatori, cellule fotoelettriche, convertitori calore-energia
elettrica e simili; 3)come rivestimento su filamenti destinati a tubi a vuoto,
per migliorare l'emissione termoionica; 4) come fluido per trasferimento di
calore per alte temperature; 5) come catalizzatore di reazioni organiche; 6)
come propellente per razzi a ioni. Quest'ultimo caso è particolarmente
interessante. Sono allo studio dei razzi, destinati alla propulsione nello
spazio interplanetario e intersiderale, equipaggiati con un motore atomico per
generare calore (da questo si può produrre anche energia elettrica,
oppure una parte di questa può essere ottenuta mediante batterie di
cellule fotoelettriche) che farebbe evaporare del
c. metallico che
potrebbe essere facilmente convertito in plasma, data la bassa energia di
ionizzazione di questo elemento. A sua volta il plasma potrebbe essere
facilmente accelerato da un campo elettrico e portato ad un'elevata
velocità all'uscita degli ugelli. I sali di
c. trovano invece
qualche applicazione nella fabbricazione di vetri e ceramiche speciali, in
medicina e in chimica come reagenti di laboratorio e catalizzatori di reazioni.
Il
c. è presente nell'organismo umano in tracce: si pensa che
venga metabolizzato come il potassio ma non se ne conosce alcuna azione
specifica.