Il termine
c., derivato dalla contrazione delle due
parole "ceramica" e "metallo" o i termini alternativi
cermal o
metallo-ceramiche sono impiegati per designare una famiglia di moderni
materiali compositi, ottenuti dall'unione di almeno due componenti di cui almeno
uno metallico e almeno uno ceramico. Si tratta di materiali dalle
caratteristiche molto pregiate, preparati per impieghi particolari nelle
tecnologie più avanzate. In questa accezione del termine ceramica si
comprende anche una serie di composti che con le ceramiche, intese nel senso
tradizionale del termine, hanno poco a che fare; in tal modo vengono inclusi
anche boruri, nitruri, siliciuri, carburi e ossidi di diversi metalli, come pure
le loro miscele. La preparazione di questi materiali è stata ricercata
per ottenere nuovi materiali da costruzione per impieghi speciali, che
posseggano caratteristiche intermedie fra quelle delle ceramiche (alte
temperature di fusione, resistenza all'ossidazioe, basso peso specifico, ecc.) e
quelle dei metalli (duttilità, resistenza agli urti meccanici e termici,
ecc.). La miscela intima di due materiali tanto diversi porta alla formazione di
materiali completamente nuovi, adatti alle esigenze particolari in certi settori
avanzati (come ad es. la missilistica). Generalmente la preparazione di questi
composti avviene attraverso i metodi tradizionali della tecnologia delle
polveri, cioè partendo da due polveri che vengono mescolate uniformemente
e poi compattate per mezzo dell'applicazione di pressione e/o temperatura: la
fabbricazione dei
c. costituisce un nuovo capitolo della metallurgia
delle polveri. ║
Caratteristiche e composizione: secondo la
destinazione finale, si chiede ai
c. di possedere particolari
proprietà, precisamente le seguenti: 1) resistenza all'ossidazione a
caldo; 2) resistenza agli urti termici; 3) resistenza al creep (deformazione
continua sotto sforzo ad alta temperatura); 4) bassa densità; 5) elevata
durezza; 6) elevata duttilità; 7) resistenza all'usura. Naturalmente non
tutte queste caratteristiche sono indispensabili tutte insieme per tutte le
applicazioni: caso per caso si deve quindi scegliere il tipo di
c. che
soddisfa meglio alle esigenze specifiche. I
c. possono essere
classificati in quattro classi principali, secondo le proprietà che sono
preminenti nelle loro applicazioni, precisamente: 1) materiali di alta
resistenza meccanica e resistenza alla temperatura; 2) materiali con elevata
resistenza alla corrosione; 3) materiali di elevata resistenza meccanica e
all'abrasione; 4) materiali con speciali caratteristiche elettriche. Un'altra
classe che potrebbe essere aggiunta e che sta diventando sempre più
interessante è quella dei materiali con speciali caratteristiche
nucleari. Le caratteristiche dei
c. dipendono ovviamente sia dal tipo di
ceramica che dal tipo di metallo impiegato, nonché dal processo di
fabbricazione. Gli ossidi, carburi, boruri, nitruri, ecc. impiegati hanno in
generale elevata temperatura di fusione, discreto carico di rottura a trazione,
elevata resistenza ad alta temperatura, proprietà di isolanti, elevata
resistenza alla corrosione e all'ossidazione, ed elevata durezza ma bassa
resistenza agli urti termici e meccanici e bassa duttilità. Per contro i
metalli posseggono elevata conducibilità elettrica e termica, elevata
duttilità, ottima resistenza agli urti termici e meccanici, bassa
porosità. Le proprietà delle due classi di composti sono quindi
ampiamente complementari; di qui l'idea di creare un materiale composito che
assommi in parte le caratteristiche dei due tipi di materiali e ovviamente le
migliori di entrambi. Naturalmente le proprietà del materiale risultante
dipendono dalla possibilità di reazione e di formazione di nuove fasi che
vi è fra i due materiali compattati. Si possono avere diversi tipi di
combinazione tra metallo e ceramica durante il processo di fabbricazione.
Ricordiamo qui brevemente i principali casi: a) Formazione di
miscele
eterogenee tra metallo e ceramica, senza nessuna reazione. In questo caso si
ha un inglobamento della fase ceramica in quella metallica, più duttile,
e un collegamento meccanico delle due, mentre esse mantengono la loro
individualità senza trasformazione. È il caso ad es. del
c.
composito di ossido di magnesio MgO e nichel. b)
Reazione superficiale
fra metallo e ceramica, con formazione di una nuova fase in forma di uno strato
interfacciale che non è solubile né nel metallo né nella
ceramica. In questo caso il materiale finito presenta tre fasi, quella
metallica, quella ceramica quella nuova all'interfaccia, che separa sempre le
due precedenti. Naturalmente le proprietà finali del materiale dipendono
in larga misura dalle caratteristiche e dallo spessore di questo strato di
interfaccia (e dalla granulometria delle due fasi), il quale dipende a sua volta
non solo dal tipo di metallo e di ceramica impiegati ma anche dalla
velocità di diffusione, dalla temperatura e dal tempo di reazione nella
sintetizzazione. È il caso ad es. del
c. costituito da allumina
Al
2O
3 e berillio metallico. c)
Reazione massiccia
fra i due componenti, ceramica e metallo, che porta alla formazione di una nuova
fase, che appare come una soluzione solida della ceramica nel metallo o
viceversa, caratterizzata dalla comparsa di una nuova struttura atomica.
È il caso ad es. del
c. formato da carburo di titanio TiC e
nichel. Naturalmente per questo tipo di
c. è difficile prevedere a
priori le caratteristiche finali, ma un notevole lavoro è già
stato fatto in questo senso. d)
Penetrazione del metallo nella
interfaccia fra i cristalli della ceramica (o viceversa) ma senza formazione di
strati di interfaccia. È il caso del
c. costituito da allumina
Al
2O
3 e molibdeno. I
c. finora preparati sono
costituiti in larga quantità da ceramica e solo in piccola parte da
metallo; finora anzi si è sempre guardato più alla
proprietà della ceramica che a quelle del metallo, essendo quest'ultimo
considerato pressoché alla stregua di un legante. Nei materiali
così preparati venivano impiegati numerosi tipi di ossido (es.
Al
2O
3, Cr
2O
3, MgO, SiO
2,
ZrO
2, UO
2, ecc.), di carburi (es.
Cr
3C
2, SiC, TiC, TaC, ecc.), di boruri (es.
Cr
3B
2, TiB
2, ZrB
2, ecc.) e altri
composti come siliciuri (es. MoSi
2) e nitruri (es. TiN). La lista dei
metalli impiegati è alquanto lunga e comprende alluminio, berillio,
cromo, cobalto, ferro, magnesio, molibdeno, nichel, oltre ad altri meno comuni
come zirconio, silicio, tungsteno, platino e così via; inoltre si
impiegano anche leghe come acciaio inossidabile, Hastelloy, Inconel, ecc. La
nuova tendenza nel campo dei
c. è costituita dai materiali
cosiddetti SAP, che sono a base soprattutto di metallo, con piccoli tenori di
ceramica. I primi materiali del genere realizzati erano a base di alluminio, con
largo tenore di metallo (es. 85 ÷ 90%) e piccoli tenori di ceramica (es. 10
÷ 20%) che normalmente è allumina Al
2O
3. Il
segreto di questi materiali sta essenzialmente nel metodo di preparazione che
è alquanto lungo e passa attraverso numerose fasi che richiedono stretti
controlli. Il processo più noto parte da polvere di alluminio di
granulometria opportuna (ad es. circa 1 micron di diametro delle particelle) che
viene ossidata superficialmente per formare uno strato di ossido di alluminio
Al
2O
3 di uno spessore minimo (es. 1/100 di micron) ma
controllato. La polvere viene poi compattata a temperatura ambiente sotto forti
pressioni; indi si passa ad una sinterizzazione a temperatura superiore ai 500
°C, sempre sotto pressione. Lo stadio successivo è una compattazione
ulteriore, sempre a forti pressioni, a circa 600 °C; si va poi ad
un'estrusione o altra operazione, sempre sotto pressione e a caldo. Un materiale
di questo genere evidentemente non può avere caratteristiche eccezionali,
ma ad alta temperatura la resistenza meccanica e la durezza sono assai
più elevate di quelle dell'alluminio puro. Infatti, mentre questo
può essere impiegato a temperature relativamente basse, dato che fonde a
soli 660 °C, il
c. SAP a base di alluminio e
Al
2O
3 può essere impiegato in servizio continuato
fino a 500 °C e in qualche caso in servizio intermittente fino a 600
°C. Anche la sua resistenza alla fatica supera di molto quella del metallo,
sia a freddo che a caldo, data l'estrema finezza della grana di questo
materiale. Un
c. di questo tipo, con grani estremamente fini, può
raggiungere a freddo dei carichi di rottura di 35 kg/mm
2, superiori a
quelli di qualsiasi lega a base di alluminio. La ragione di questo eccezionale
comportamento non è nota del tutto ma è sicuramente legata alla
presenza del velo di ossido che nella compattazione forma una sottile
dispersione di particelle di ossido che rendono il materiale a grana assai fine
e impediscono che questa si ingrossi; un altro effetto importante viene da esse
esercitato anche sullo scorrimento relativo dei piani di deformazione plastica.
Con una tecnica simile si sono prodotti anche altri
c. SAP come il
sistema molibdeno-siliciuro di molibdeno MoSi
2. In questo caso si
parte da polvere di molibdeno e si crea alla superficie dei granelli uno strato
sottile di siliciuro, indi si compatta la polvere con un processo analogo a
quello citato per il sistema alluminio-ossido di alluminio. Il sistema SAP per
produrre
c. è destinato ad un notevole sviluppo in quanto i
c. ottenuti da simili trattamenti dei metalli sono relativamente
economici, pur avendo elevate caratteristiche, soprattutto a caldo. Essi sono
anche detti
metalli duri o
metalli modificati. In questo campo
tuttavia gli studi hanno messo in luce solo alcune delle numerose
possibilità che si ritiene esistano. Le linee di evoluzione dello studio
dei
c. sono quindi volte in due filoni principali. Da un lato si
perseguono i sistemi tradizionali di creazioni di nuovi materiali attraverso
l'unione di nuovi metalli con nuove ceramiche (rispetto a quelli finora
impiegati), soprattutto tenendo conto delle possibilità di reazione fra i
due componenti e cercando di programmare le caratteristiche del materiale
finito, cioè di costruire a tavolino un sistema che abbia poi in pratica
le caratteristiche desiderate e previste, come si fa già da diversi anni
nello studio di nuovi polimeri in chimica organica. In questa linea sono
importanti anche gli studi su certi materiali naturali o sintetici, come gli
spinelli, che hanno una qualche somiglianza di struttura coi
c. L'altra
linea di evoluzione è quella dei
c. SAP, che è per ora allo
stadio iniziale ma per la quale si ipotizza un grande sviluppo. ║
Usi: gli impieghi dei
c. sono sempre ai margini delle
possibilità tecnologiche dei materiali, trattandosi appunto di materiali
messi a punto per sopperire alle deficienze di quelli tradizionali nei campi
più esigenti. Alcuni degli usi tipici, già acquisiti, sono i
seguenti: 1) fabbricazione di parti di ugelli di razzi; 2) fabbricazione di
parti per lampade ad elevatissima intensità di emissione; 3) rivestimento
di camere di combustione per alte temperature; 4) rivestimento di scudi
antitermici per proteggere satelliti e astronavi durante l'attraversamento
dell'atmosfera; 5) fabbricazione di utensili da taglio o punte a forare di alta
qualità; 6) fabbricazione o rivestimento di crogioli per alte
temperature; 7) produzione di palette o altre parti di turbine a gas; 8)
fabbricazione di resistenze per forni per altissime temperature; 9) produzione
di spazzole per collettori di motori elettrici; 10) preparazione o rivestimento
di parti striscianti e contatti elettrici mobili; 11) fabbricazione di freni o
pastiglie per freni a disco; 12) produzione di bronzine speciali per alte
temperature (in tal caso si preparano appositi
c. porosi, in modo che
possano trattenere un lubrificante speciale, ad es. sodio liquido); 13)
produzione o rivestimento di recipienti e apparati vari per ambienti assai
corrosivi per l'industria chimica e così via. Speciali
c.,
costituiti da ossido di uranio UO
2 inglobato in metalli particolari
(ad es. zirconio) sono stati preparati per l'impiego in reattori nucleari;
alcuni di questi hanno una speciale struttura porosa, in modo da permettere un
raffreddamento della parete in
c. attraverso un'essudazione di prodotti
liquidi o gassosi contenuti dal materiale. I
c., nati verso il 1950, sono
oggi fra i materiali più preziosi per le industrie più avanzate; i
problemi sempre più stringenti che queste incontrano spingono alla
preparazione di materiali sempre nuovi e con caratteristiche sempre migliori o
almeno costi inferiori. In questo senso i
c. costituiscono un importante
progresso nell'evoluzione tecnologica laddove i metalli hanno raggiunto il
limite tecnologico di applicazione pratica.