Città della Calabria, capoluogo di regione e della
provincia omonima; situata a 320 m s/m., su uno sperone che scende ripido verso
la vicina costa ionica (golfo di Squillace). Raccolta sul culmine del rilievo
che si allunga fra due valli profondamente incassate, la città consta di
due parti distinte: il vecchio centro e i moderni quartieri residenziali,
allargatisi specialmente nel dopoguerra nella zona collinare a Nord.
C.
è soprattutto un centro agricolo e le industrie (oleifici, pastifici,
distillerie) si basano sulla lavorazione dei prodotti del territorio comunale.
96.549 ab. CAP 88100. • St. - Fondata
probabilmente verso la fine del X sec. dai Bizantini a difesa della Calabria
dalle incursioni saracene, fu in seguito conquistata dai Normanni. Dal 1252 fino
al 1444 fu feudo dei Ruffo, dopodiché passò sotto la dinastia
aragonese. In epoca napoleonica la città si riprese da un lungo periodo
di decadenza. G. Murat vi fondò nel 1811 un collegio universitario
soppresso nel 1923. Durante il Risorgimento prese parte attiva ai moti carbonari
e a quelli unitari del '48 e del '60. ║
Provincia di C. (2.391 kmq;
381.971 ab.). Comprende un territorio prevalentemente montuoso e coperto di
boschi, che pure dà una discreta produzione agraria: cereali,
barbabietole da zucchero, olive. Centri principali, oltre al capoluogo:
Nicastro, Sambiase, Pizzo.