Med. - Estirpazione delle gonadi, effettuata mediante
un'operazione che sopprime l'attività delle ghiandole genitali maschili o
femminili determinando sterilità e rilevanti modificazioni sia
strutturali (arresto dello sviluppo o attenuazione dei caratteri sessuali
secondari) sia funzionali. Tali cambiamenti sono più evidenti in
età pre-puberale: nel maschio si determinano deficienze nello sviluppo
degli organi genitali e dell'apparato pilifero, gracilità delle ossa,
debolezza del tono muscolare, tendenza alla pinguedine, tono di voce alto; nella
femmina si verificano l'assenza del ciclo mestruale e il mancato sviluppo degli
organi genitali, delle mammelle e del bacino. Nell'individuo adulto le
modificazioni fisiologiche risultano meno accentuate: diminuzione della barba,
tendenza all'obesità e attenuazione del desiderio sessuale nell'uomo;
effetti di una menopausa precoce nella donna (amenorrea, virilizzazione,
diminuzione dell'appetito sessuale). In ginecologia, la
c. può
essere effettuata a scopo terapeutico: l'ovariectomia è principalmente
indicata per arrestare l'evoluzione maligna dei tumori che colpiscono gli organi
genitali e le mammelle; l'orchiectomia per determinate affezioni del testicolo.
• Etn. - La
c. è nota fin dai
tempi antichi presso varie civiltà in relazione a culti religiosi,
pratiche ascetiche, rituali di fecondità agreste e arcaiche consuetudini
sociali. In particolare, la
c. era investita di un profondo significato
religioso presso le antiche popolazioni dell'Asia Minore: per i sacerdoti di
Cibele tale mutilazione consentiva di attingere a una sorta di sacralità
femminile attraverso l'evocazione del mito dell'evirazione di Attis. In altri
casi la
c. rappresentava il momento culminante dei riti agresti dedicati
alla celebrazione della fecondità e della natura. Nella storia cristiana
la
c. assumeva invece una connotazione ascetica, come nell'evirazione di
Origene. Presso l'antica civiltà islamica la
c. aveva invece un
valore eminentemente sociale, poiché connessa all'istituzione dell'harem.
Anche i cantori della Cappella Sistina erano castrati affinché potessero
conservare una vocalità infantile adatta all'interpretazione della musica
sacra. • Psicol. - Per angoscia di
c. si
intende lo stato d'animo di tensione indotto nel bambino dalle reazioni punitive
dei genitori di fronte alle prime manifestazioni della sessualità
infantile. Tale angoscia si instaurerebbe durante il cosiddetto "stadio fallico"
(fra i tre e i sette anni), ovvero quando le prime pulsioni sessuali e l'intensa
affettività suscitata dalla scoperta dell'altro sesso provocano il timore
di una punizione da parte dei genitori: nel maschio si manifesta con la paura di
una mutilazione, nella femmina dà luogo a un senso di frustrazione. Il
mancato superamento di questa angoscia può determinare nell'individuo
adulto l'instaurarsi di una patologia nevrotica (complesso di
c.).
• Zoot. - La
c. dei maschi è
largamente applicata fin dall'antichità sia per ottenere carni più
tenere (la modificazione del metabolismo generale consente infatti l'accumulo di
grassi nei tessuti e l'acquisizione di particolari pregi organolettici) sia per
rendere più docili gli animali da lavoro (cavalli, asini, buoi). La
c. delle femmine (
laparatomia) si esegue principalmente sul
maiale. • Bot. - Nelle piante la
c.
consiste nell'asportazione degli organi di riproduzione: è una pratica
diffusa in genetica vegetale e volta ad impedire l'impollinazione diretta per
ottenere incroci mediante fecondazione con polline proveniente da altri fiori
della medesima specie o di specie affine. Tale metodica si applica anche in
frutticoltura per ottenere pere e meloni di dimensioni più grandi del
consueto.