Termine usato dagli psicoanalisti e diffusosi anche nel
linguaggio comune come riferimento a quelle persone che abitualmente tendono a
minare, negli altri, la fiducia in se stessi. Si applica innanzi tutto a quelle
donne che, soffrendo di invidia del pene, tendono a screditare, a mettere in
ridicolo o, comunque, in una luce poco favorevole, gli uomini, o a competere
aggressivamente con essi. È però usato con frequenza anche con
riferimento a quei genitori che, in vari modi, menomano la personalità
dei loro figli, con atteggiamenti iper-protettivi o poco incoraggianti. Infine,
per estensione, è usato anche con riferimento all'atteggiamento di quegli
uomini che d'abitudine tendono, col loro ipercriticismo e con la loro
indifferenza, a far sentire le donne poco attraenti o inefficienti.