(dal latino
castitas, da
carere: essere esente
da colpa). Qualità e stato di chi è casto, ossia di chi si astiene
dai piaceri sessuali, non solo con gli atti, ma anche col pensiero. La
c.
si differenzia pertanto sia dall'astinenza che dall'
ascetismo. Nel suo
significato morale più alto la
c. è connessa con la pratica
attiva della virtù, per cui non può considerarsi
c. chi si
astiene semplicemente dall'attività sessuale per motivi che possono
essere la scarsità di appetiti (frigidità e impotenza), la
mancanza di occasioni, il calcolo (salvaguardia della verginità
fisiologica in quanto valore sociale) e in tutti i casi in cui il rapporto
sessuale è sostituito da altre pratiche. Improprio è anche l'uso
del termine con riferimento all'astinenza (
c. rituale) sessuale quale
osservanza religiosa e divieto tabuico comune a molte popolazioni primitive in
particolari situazioni. Il cristianesimo concepisce la
c. come
virtù morale e distingue la
c. comune (o
c. imperfetta)
dalla
c. perfetta. La prima non si differenzia sostanzialmente
dall'astinenza prescritta in determinate occasioni da altre religioni sotto
forma di divieti tabuici; essa si basa sulla prescrizione dell'astinenza al di
fuori del matrimonio (
c. prematrimoniale e
c. vedovile); la
seconda è invece considerata una virtù angelica, e si basa sulla
rinuncia totale (
voto di c.) ad ogni pratica sessuale e al matrimonio
stesso. Perduto gran parte dell'intrinseco significato morale, il termine si usa
oggi normalmente con riferimento all'astinenza prematrimoniale che in una
società "patricentrica" si riduce in pratica alla
c. femminile,
ossia alla salvaguardia della verginità. Infatti, per quanto sul piano
teorico non si faccia distinzione tra
c. femminile e
c. maschile,
mentre non si è mai effettivamente preteso dagli uomini la
c.
prematrimoniale, se ne è pretesa la rigida applicazione nei confronti
delle donne in quanto garanzia e conferma dello stato di subordinazione della
donna e presupposto indispensabile per garantire l'effettiva discendenza
patrilineare della prole. Con l'evolvere dei costumi questa regola è
stata sottoposta a un crescente numero di trasgressioni e oggi appare fortemente
intaccata in tutta l'area di civiltà occidentale. Per quanto, anche per
il passato, il comportamento effettivo non abbia mai corrisposto a quello
socialmente riconosciuto come valido, la repressione della sessualità
femminile non ha mancato di avere ripercussioni negative sul piano
dell'equilibrio psichico e costituisce tuttora una delle principali cause delle
difficoltà sessuali che molte donne incontrano nella vita matrimoniale. I
dati statistici sull'astinenza prematrimoniale sono tutti relativamente recenti,
ma tali da indurre gli studiosi della materia a considerare in via di estinzione
la
c. prematrimoniale come regola sociale. E` comunque significativo che
da una delle prime indagini di questo tipo svolte negli Stati Uniti (L.M.
Terman,
Psychological Factors in Marital Happiness, 1938) risultasse che,
mentre l'86,5% delle donne e il 50,6% degli uomini nati prima del 1890 non
avevano avuto alcuna esperienza prematrimoniale, tra quelli nati dopo il 1910 la
percentuale si riduceva al 13,6% degli uomini e al 31,7% delle
donne.