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Cartismo.

Movimento politico e sociale inglese nato nel 1838 sulla base dell'Associazione dei lavoratori di Londra e che prese il nome dalla Carta del popolo scritta da Francis Place per ispirazione di William Lowett, contenente sei famosi punti: 1) suffragio universale (ai maschi adulti); 2) scrutinio segreto; 3) elezioni annuali; 4) indennità ai deputati; 5) collegi elettorali di uguali proporzioni; 6) eleggibilità senza censo. Il c. era il frutto delle condizioni sociali ed economiche venutesi a creare con lo sviluppo dell'era industriale. Il movimento raccoglieva tendenze politiche diverse: democratici, sindacalisti, economisti, moralisti. Non si era stabilito pertanto un accordo sulle direttive e sulle linee di condotta. Vi era il partito della «forza morale», capeggiato da Lowett, che sosteneva l'opportunità di ricorrere a metodi istituzionali per ottenere l'attenzione del Parlamento e il riconoscimento delle proprie richieste. Il partito della «forza fisica», che aveva il suo capo nell'irlandese O'Connor, prendeva in considerazione invece la possibilità di ricorrere alla violenza. La prima iniziativa del c. risale al 1839, quando fu presentata alla Camera una petizione nella quale si richiedeva l'applicazione di 6 punti, che fu tuttavia rifiutata. Il passo successivo avrebbe dovuto essere uno sciopero generale di un mese che però non fu mai realizzato, poiché i lavoratori si lasciarono impressionare dalla crisi economica che si preannunciava. Lo sciopero venne realizzato nel 1842 in seguito al rifiuto con cui la Camera rispose alla seconda petizione proposta dai cartisti. Il c. prese grande vigore durante l'ondata rivoluzionaria del 1848, periodo in cui la crisi economica era molto acuta. Tuttavia, con l'attenuarsi della crisi, decrebbe anche la miseria e ciò rese meno energiche le rivendicazioni del c., i cui capi, per altro, non erano stati capaci di gestire al meglio il movimento. Infatti la terza petizione proposta non raccolse l'elevato numero di firme raggiunto invece dalle precedenti.