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Carità.

(dal latino charitas). Teol. - Nel complesso della dottrina cattolica è la virtù che ci spinge ad amare Dio sopra ogni cosa e il prossimo come noi stessi. Al contrario della fede e della speranza, virtù temporanee perché destinate a scomparire con il raggiungimento dei loro obiettivi, la c. è eterna perché il suo oggetto, la divinità, rimarrà immutato anche nella vita futura. La perfezione della c. consiste nell'amare Dio non per i vantaggi che ne possono derivare, ma in quanto Dio e a causa della sua perfezione infinita. Collegato con l'amore per Dio, all'interno della virtù della c., è l'amore per il prossimo, che si attua attraverso la beneficenza e l'elemosina, atti con i quali un cristiano si sforza di vedere Dio nei suoi fratelli e di amarli di conseguenza. • Icon. - La virtù della c. è stata rappresentata in numerose occasioni da pittori di epoche differenti. Giotto, in un affresco della Cappella degli Scrovegni a Padova, dipinse una figura vestita di rosso che stava a simboleggiare l'amore verso gli uomini. Raffaello, nella predella della Deposizione, conservata nelle Gallerie Vaticane, dipinse una giovane donna che accoglie amorosamente dei bimbi. Rubens eseguì il Trionfo della carità, ora conservato al museo del Prado a Madrid. Ingres dipinse la Speranza e la Carità, ora parte della collezione Wallace a Londra. Tra gli scultori, possiamo ricordare le opere di Mino da Fiesole e la statua di Lorenzo Bartolini, ora conservata a Firenze, al museo di Palazzo Pitti.