Nome dato ai combustibili liquidi o gassosi, usati per
azionare motori a combustione interna. Sono in genere sostanze (o miscele di
sostanze) ricche in carbonio e idrogeno, aventi elevato potere calorifico, come
benzina, alcoli, benzolo, oli Diesel, kerosene, metano, GPL. ║
C.
liquidi: tra i
c. liquidi predominano la benzina, il benzolo,
l'alcool etilico, gli oli Diesel e quelli di paraffina. La
benzina si
ottiene dalla distillazione del petrolio grezzo (frazione bollente a 50÷190
°C circa) di cui è il derivato più importante; ha un potere
calorifico di 10÷11.000 kcal/kg; più propriamente si chiama
benzina primaria. Infatti circa la metà della benzina si ottiene
oggi per
cracking (cioè rottura della distillazione) che ha
caratteristiche anche migliori di quella primaria (più alto N.O.). In
genere il prodotto in commercio è una miscela dei due tipi di benzina,
depurata da zolfo e sostanze che potrebbero col tempo dare gomme e addizionata
di sostanze antidetonanti. Durante la seconda guerra mondiale furono prodotte
quantità notevoli di
benzina sintetica per idrogenazione
catalitica di lignite e litantrace sospesi per oli minerali (processo Beigius) o
per reazione catalitica di CO + H
2 a 10÷20 ata e circa 185
°C (processo Fischer-Tropsch). Questi processi, attualmente non
competitivi, tranne rarissimi casi, presentano grande importanza dal punto di
vista militare e per i futuri sviluppi. Il
benzolo
(C
6H
6) si ottiene (mescolato in percentuali varie coi suoi
omologhi superiori toluolo e xilolo) dalla distillazione del carbon fossile e
dalla raffinazione dei petroli, specialmente i cosiddetti
petroli
aromatici del Texas, Messico e Iraq. Come
c. ha buone
proprietà antidetonanti (N.O. = 87) ma presenta alto costo e alto punto
di gelo (+5 °C). Si usa nei casi di emergenza, o per competizioni in
miscela con benzina, alcool etilico o metilico. Puro richiede un
c.
speciale. L'
alcool etilico (C
2H
5OH) è un
prodotto molto comune nell'industria chimica. Si produce generalmente per
fermentazione di sostanze zuccherine, o per idratazione di etilene. È
migliore dell'alcool metilico (pure a volte usato) perché ha maggior
potere calorico. Presenta elevata resistenza alla compressione (N.O. = 99) e
dà una miscela che brucia molto bene. Presenta un costo maggiore della
benzina onde è usato in casi eccezionali (competizioni, non
disponibilità di benzina) in genere in miscela con benzina, benzolo,
etere, alcool metilico, ecc. Si usa
alcool denaturato che è esente
dall'imposta di Stato. Gli
oli Diesel sono frazioni di petrolio che
distillano fra i 180 e i 350 °C circa; vengono usati per alimentare motori
a ciclo Diesel. Devono presentare alta detonabilità (misurata dal
numero di cetano) e intervallo di distillazione non molto ampio (30-50
°C), in quanto il
c. viene spruzzato nel cilindro e deve
autoaccendersi. Hanno alto potere calorifico e vengono spesso denominati "nafta"
(dall'inglese
naphtha: petrolio grezzo). Gli
oli di paraffina sono
simili alle frazioni più pesanti dei precedenti, ma si ottengono dalla
distillazione del catrame di carbon fossile, specie ligniti. Contengono anche
sensibili percentuali di composti ossigenati. ║
C. gassosi: tra i
c. gassosi predominano il metano, i GPL e il gas povero o gas d'aria. Il
metano si ottiene in grande abbondanza da pozzi appositamente perforati o
da pozzi di petrolio, cui è spesso associato. In questo caso contiene in
genere percentuali variabili di omologhi superiori (fino al butano) dai quali
può esser separato. Ha elevato potere calorifico (8.600
kcal/Nm
3) e dà una miscela molto ricca. Brucia molto bene
senza residui carboniosi e ha un alto potere antidetonante (N.O. = 125), per cui
è un buon
c.; a parità di contenuto energetico è
anche più economico della benzina. Ne limita molto la diffusione la
necessità di doverlo comprimere a 200 atm in pesanti bombole di acciaio
(si ha perciò poca praticità e limitata autonomia perché a
temperatura ambiente non è liquefacibile). I
GPL (
Gas
Petroliferi Liquefatti) sono molto simili al metano di cui sono omologhi
superiori (butano e propano, con poco etano); hanno potere calorifico anche
maggiore di esso. Sono facilmente liquefacibili onde possono essere stoccati,
liquidi, in serbatoi a bassa pressione, e travasati da uno all'altro, con
opportune tubazioni a tenuta, in modo molto pratico. Il loro uso si va molto
diffondendo per auto di media e grossa cilindrata; consentono lunga autonomia
(300÷500 km) e sensibile risparmio; la conversione di un'auto a
GPL
non ne pregiudica il funzionamento a benzina. Si richiede però una
notevole spesa d'impianto e il motore ha una ripresa meno brillante. Il
gas
povero o gas d'aria è la miscela di CO + 1,9 N
2 (circa)
che si ottiene passando aria su carbone rovente (900÷1.000
kcal/m
3 circa) onde si usa solo per motori non trasportati, in luoghi
ove tale
c. sia già disponibile per altri motivi. Per
necessità belliche si sono costruiti anche
gasogeni
(V.) montati su autocarri a motore a gas povero.
║
Caratteristiche dei c. 1)
Volatilità. Deve essere
notevole già a temperatura ambiente, in quanto si richiede a ogni
combustibile liquido una facile evaporazione. In genere non si misura la
tensione di vapore ma la
curva di distillazione (grafico in cui
è riportato per ogni temperatura il volume del campione che è
distillato) oppure il
punto di rugiada (inglese
dew point)
cioè la temperatura alla quale è distillato il 95% del campione.
2)
Potere antidetonante. È di grandissima importanza per i motori
a scoppio a ciclo Otto; quando esso è alto la miscela
c.
(benzina-aria) può subire un'elevata compressione senza pericolo di
autoaccensione (
detonazione). Il rendimento del motore a ciclo Otto
è tanto più alto quanto maggiore è il rapporto di
compressione, e così anche la potenza specifica (CV di potenza per kg di
peso del motore). La richiesta di benzine ad alto potere antidetonante
iniziò appunto con l'avvento dei motori per aviazione. Indice della
resistenza alla detonazione di una benzina è il suo
numero di
ottano (N.O.); essa è tanto maggiore quanto più alto è
il N.O. Il N.O. di una benzina è la percentuale di iso-ottano presente in
una miscela di iso-ottano e di normal-eptano che, in un motore a compressione
variabile (detto C.F.R.M standardizzato dalle norme A.S.T.M. degli USA), detona
con stesso rapporto di compressione con cui detona la benzina data. È
possibile anche avere benzine che sono meno detonanti dell'iso-ottano puro (N.O.
= 100) onde si può avere anche N.O. > 100;
allora esso si misura in altro modo. La benzina comune ha circa N.O. = 88; il
tipo Super anche N.O. = 98. Le benzine primarie hanno basso N.O. (60 circa);
quelle di cracking hanno N.O. = 70 circa. Le benzine prodotte per
polimerizzazione d'insaturi a breve catena contengono idrocarburi fortemente
ramificati, quindi hanno alto N.O. (fino a 80). Siccome la miscela di queste
benzine ha N.O. più basso di quello del prodotto commerciale, s'innalza
il N.O. mediante aggiunta di
sostanze antidetonanti, in genere composti
organometallici, solubili nella benzina. I migliori sono il
piombo-tetraetile Pb(C
2H
5)
4 e il
ferro-pentacarbonile Fe(CO)
5. L'aggiunta di queste sostanze in
basso tenore (0,5÷1%,) alza il N.O. di 15÷20. Entrambi danno
però inconvenienti: il Fe(CO)
5 è poco usato
perché dà Fe
2O
3 che agisce da smeriglio
sulle valvole, danneggiandole in breve tempo. Il piombo tetraetile, deponendo
piombo metallico, altera le caratteristiche dell'acciaio delle valvole e del
cilindro e inoltre dà vapori tossici; si ovvia, a entrambi gli
inconvenienti mediante aggiunta, in quantità uguale ai 2/3 del suo peso,
di bromuro di etilene che col Pb dà PbBr
2 che si allontana coi
prodotti di combustione. Per i motori a ciclo diesel si richiedono invece
c. aventi proprietà opposte, cioè facile
detonabilità. Questa si misura col
numero di cetano o
numero di
cetene che sono la percentuale di n-cetano (C
16H
34) o
di cetene (C
16H
32) in una miscela con
α-metil-naftalina che ha lo stesso comportamento
alla detonazione della nafta in esame, sempre in un motore standard. 3)
Potere calorifico (inferiore). È una determinazione molto
importante; si fa con la
bomba di Mahler per i
c. liquidi e col
calorimetro di Junkers per quelli gassosi. È la quantità di
calore sviluppata dalla combustione completa di un kg o un Nm
3 del
c., al 15 °C, con acqua prodotta allo stato gassoso. Si dà in
Kcal/kg o Kcal/Nm
3. 4)
Acidità. Non deve essere
presente: è un indice di cattiva lavorazione del
c. 5)
Zolfo. La sua presenza è dannosa, onde deve essere inferiore alla
percentuale specificata. 6)
Gomme attuali e potenziali. Devono anch'esse
essere sotto una percentuale fissata per non dare inconvenienti (ostruzione del
carburatore, ecc.). Vengono eliminate durante la lavorazione mediante lavaggio
con acido solforico. Tuttavia una permanenza di alcuni mesi in deposito
può provocare nelle benzine la formazione di piccole percentuali di gomme
come prodotti di ossidazione o di polimerizzazione.